Basta una cucitura sospetta per far scattare il sequestro alla frontiera. Ma i ritrovamenti sono in calo. Stop alla pirateria: «Puntiamo sulla sensibilizzazione»
CHIASSO - Una borsa? Un orologio? Oppure un paio di occhiali da sole? Tutti prodotti riportanti marchi di lusso, ma contraffatti. Sono articoli, questi, che spesso e volentieri nelle località turistiche estive si trovano a prezzi stracciati, sulle bancarelle dei mercati oppure nell’assortimento di un venditore ambulante direttamente sulla spiaggia. Ed è proprio per questo motivo che si tratta di prodotti di dubbia provenienza, che al rientro a casa rischiano poi di dover restare alla frontiera se scoperti nell’ambito dei consueti controlli del traffico turistico.
Gli indizi - Per le guardie di confine è sufficiente una cucitura sospetta oppure un errore nel logo del marchio per far scattare il sequestro: gli uomini attivi ai nostri valichi sono tutti formati con una serie di indicazioni fornite direttamente dalle grandi maison per il riconoscimento dei prodotti contraffatti,come ci spiegano dall’Amministrazione federale delle dogane (Afd). Secondo la Legge federale sulla protezione dei marchi e delle indicazioni di provenienza, i fabbricanti sono infatti tenuti a fornire tutte le informazioni necessarie. «Tra queste si conta una descrizione dettagliata della merce» ci spiega il portavoce Afd David Marquis.
I campanelli d'allarme - Non sempre le indicazioni delle maison sono comunque necessarie. Spesso alle guardie di confine basta infatti domandare il valore o la provenienza di un articolo sospetto per determinare la possibile contraffazione. In questo caso si tratta di quei campanelli d’allarme che, come sottolinea l’associazione Stop alla pirateria, andrebbero seguiti anche dagli acquirenti: il prezzo, la serietà del rivenditore, lo stato della confezione e la correttezza delle etichette. «In Svizzera l’importazione di prodotti contraffatti è vietata - ricorda l’associazione - la dogana può sequestrarli e distruggerli anche se si tratta “solo” di un piccolo souvenir per uso privato».
Soprattutto borsette - Ma quali sono gli articoli contraffatti che vanno per la maggiore? Secondo i dati 2017 dell’Afd, nel traffico turistico si tratta soprattutto di borsette, valigie e portamonete, seguiti da orologi, gioielli e occhiali. Meno frequenti i capi d’abbigliamento. Di solito gli articoli vengono acquistati nei paesi dell’Unione europea (31%) oppure in Turchia (26%).
I rischi - Cosa rischiano gli acquirenti? «All’entrata o all’uscita dal territorio elvetico, le autorità doganali possono requisire gli oggetti sospetti ed eventualmente distruggerli. In tal caso non tengono minimamente conto delle ragioni della persona trovata in possesso della merce» ci spiegano dall’associazione Stop alla pirateria. E c’è di più: «In determinati casi, il fabbricante degli originali potrebbe persino avanzare una pretesa di risarcimento»
Ritrovamenti in calo - Sempre secondo i più recenti dati dell’Afd, negli ultimi anni si registra comunque un calo nel ritrovamento di articoli contraffatti alla frontiera. Nel 2017 le dogane hanno infatti trattenuto 899 prodotti nel traffico turistico, contro i 1’395 dell’anno precedente. «Le riduzioni di personale seguite all’attuazione del programma di stabilizzazione della Confederazione hanno determinato un diradamento dei controlli e, di conseguenza, un calo delle intercettazioni - spiega l’associazione - la dogana segue la via indicata dalla politica e lavora con i mezzi che questa mette a disposizione». In generale il fenomeno delle contraffazioni continua però a crescere, pertanto per Stop alla pirateria la sensibilizzazione dei consumatori assume «un’importanza fondamentale».