L'uomo, padre di tre figli e proprietario di 18 cani, racconta la sua versione dei fatti: «Ho iniziato ad accumulare rifiuti un anno fa. Era l'unico modo per farmi notare»
LUGANO – «Ho iniziato ad accumulare rifiuti circa un anno fa. Quando ho capito che non avrei potuto fare altro per fare sentire al mondo la mia disperazione». A raccontarlo è il 40enne che viveva nell’appartamento degli orrori di Pregassona. Padre di tre figli (che, sostiene lui, dormivano da parenti), aveva riempito il luogo in cui abitava, di rifiuti e di cani, ben 18. La sua versione dei fatti va presa con le pinze. Ma evidenzia un grosso disagio. «Da circa 9 anni tutti i miei diritti vengono calpestati. Non ce la facevo più».
Rapporti tesi – L'uomo allude in particolare ai rapporti, a suo dire tesi, con alcuni funzionari dell'Autorità regionale di protezione e del Cantone. «Ho iniziato ad avere a che fare con loro per via di uno dei miei tre figli, che soffre di un leggero ritardo. Spesso mi sono sentito dire che se non facevo quello che mi dicevano, mi avrebbero portato via i ragazzi».
Una scelta ribelle – Il 40enne non entra nei dettagli della vicenda. È chiaramente confuso e ancora scosso per l'accaduto. E ammette in maniera sconcertante: «Volevo ribellarmi a questo sistema. Non ho più niente da perdere. So di avere sbagliato, ma era l'unica soluzione per attirare l'attenzione delle autorità e dei media».
Fuori controllo – E tra immondizia, escrementi e cani, il nostro interlocutore sembra essere riuscito nell'intento. «Diciotto cani sono tanti, è vero. La situazione mi è sfuggita di mano. Ho cercato di fare il possibile. Ma ho perso il controllo. Sono stati mesi durissimi».
Porte in faccia – Eppure, Lorenzo Quadri, capo del Dicastero socialità di Lugano, ha dichiarato pubblicamente che la Città ha cercato di intervenire per aiutare il 40enne. Invano. L'uomo, però, nega. «Legalmente non sono stato aiutato. Mi hanno chiuso tutti le porte in faccia. Non sarei arrivato a questi punti se mi avessero veramente aiutato».
Dice di avere previsto tutto – Dopo l'intervento della polizia e della protezione animali, il 40enne dorme da sua madre e da qualche amico. «I miei figli sono stati piazzati in istituto». Gli chiediamo se non tema che questa sua folle strategia possa definitivamente compromettere i suoi diritti di padre. «No. Io avevo già previsto tutto questo».
Aperta un’inchiesta – È stata, intanto, aperta un’inchiesta nei confronti dell’uomo e di sua moglie. La coppia è accusata di violazione di assistenza o educazione. «Ma questo non mi interessa – conclude il 40enne –. Ho deciso di rischiare e di andare fino in fondo. Non morirò in silenzio».
Amministrazione assente – Nel frattempo, tra i residenti nella palazzina di via Industria sono in molti a prendersela con l'amministrazione dell’edificio, rea di essere completamente assente. A quanto pare, stando a diverse persone che in passato hanno avuto a che fare con i proprietari dello stabile, non solo in questa circostanza specifica.