Alessandro Meluzzi, psichiatra e criminologo italiano, ha trattato spesso casi come quello verificatosi in un albergo del Locarnese e costato la vita a una 22enne inglese.
MURALTO – Quello costato la vita a una 22enne inglese in una stanza di un hotel di Muralto è stato davvero un gioco erotico finito male? Questa sarebbe la tesi, confessata alla polizia, del ragazzo tedesco di 29 anni che nella notte tra lunedì e martedì stava con la giovane deceduta. Alessandro Meluzzi, psichiatra e criminologo italiano, noto per essere opinionista di punta della trasmissione Quarto Grado (Rete 4), ci va cauto. «Mai come in casi del genere è il corpo che parla».
Meluzzi, cosa intende dire esattamente?
Di fronte agli inquirenti, in circostanze simili, è sempre più facile parlare di un gioco erotico finito male, piuttosto che ammettere di avere ucciso volontariamente il proprio partner in altri modi.
Le cronache recenti, si pensi al caso “spagnolo” di Mario Biondo, sono piene di casi ambigui inerenti il tema…
Appunto. Un’autopsia fatta bene dimostrerà dove sta la verità.
Quali sono gli elementi che permettono di capire se l’accusato mente o no?
In caso di gioco erotico, non dovrebbero ad esempio esserci sul corpo della vittima né graffi, né tracce di colluttazione. Se non quelli, lievi, legati al rapporto sessuale in sé.
E in merito al luogo del ritrovamento del cadavere?
Dovrebbero esserci elementi chiari. Di solito si ricorre a una certa ritualità. Usando corde, sospensioni. Si costruiscono degli scenari…
Dai media si direbbe che a livello internazionale le morti per giochi erotici finiti male siano sempre più diffuse. È così?
No. Non penso. Il fatto è che fanno clamore. Il pubblico vuole sesso e sangue, è la società del voyeurismo. E quindi ogni volta che accade una cosa simile, i media ci vanno a nozze.
Spesso si parla anche di giochi auto erotici…
È vero. Ricordo il caso italiano di un uomo che attraverso una sorta di marchingegno rudimentale si provocava una specie di auto soffocamento che lo spingeva all’orgasmo. Lo trovarono morto nel letto. In quella circostanza gli elementi erano evidenti.
Secondo le prime voci, la morte della ragazza sarebbe avvenuta diverse ore prima del ritrovamento del suo cadavere. Che ne pensa?
Non conosco il caso specifico. Ma ciò non depone a favore dell’imputato. Se uno soffoca o uccide per sbaglio la sua partner e dà subito l’allarme, è un conto. Se lascia passare tre ore, è un altro conto. Bisogna valutare. Ci sono persone capaci di mascherare determinate situazioni.