Lo sfogo di un operaio e la replica della caposezione del lavoro: «Un migliaio di impieghi segnalati ogni mese dalle aziende. È importante mantenere le persone in un ritmo lavorativo»
BELLINZONA - «L’attivazione delle persone in cerca di impiego è il filo conduttore di tutti gli Uffici regionali di collocamento (URC) in Svizzera» è la premessa di Claudia Sassi, capo della Sezione del lavoro. Un intento che talvolta però crea malumori, come nel caso di un trentenne, operaio di formazione e senza posto fisso da diversi anni, che ha contattato Tio.ch/20Minuti per criticare quello che ritiene un eccesso da parte dell’URC: «Dopo essere stato licenziato, sono sempre riuscito a trovare degli impieghi temporanei passando dalle agenzie interinali. Mai, preciso, un posto indicatomi dall’URC. E cosa succede? Capita che mi iscrivo di nuovo alla disoccupazione, dopo aver concluso il mio ultimo lavoro stagionale, e non passa un giorno mi dicono che devo seguire un Programma d’occupazione temporanea (Pot). Motivo? “Per integrazione al mondo del lavoro”. Ma se ho lavorato fino all’altro ieri? Ed è l’ennesimo, inutile, Pot, dopo essere stato mandato a pulire i boschi e a sgobbare alla Caritas. Proponetemi piuttosto un impiego».
URC: «L'impegno è duplice» - È la critica di fondo, quasi un luogo comune, che accusa gli URC di non fornire posti veri, ma solo di tenere attivi i disoccupati con piani occupazionali e corsi di riqualifica… «L’impegno sul difficile fronte del mercato del lavoro - è la replica della caposezione del Lavoro - è duplice e se gli URC hanno il compito di permettere alle persone di avere i mezzi per ritrovare rapidamente un’occupazione, quello dei disoccupati invece è di attivarsi da subito nella ricerca di un nuovo posto di lavoro. Per trovare un lavoro occorre sapersi presentare ad un potenziale datore di lavoro in maniera consapevole e professionale».
Le chiavi per lavoro.swiss - «L’attivazione delle persone attraverso la partecipazione a corsi o ad altri programmi di occupazione – dice Sassi - persegue lo scopo di mantenere le persone in un ritmo e contesto lavorativo, di professionalizzare la persona nella ricerca di un nuovo impiego, valorizzando le caratteristiche personali, l’esperienza avuta e i valori aggiunti che possono essere portati all’azienda». Inoltre, continua Sassi, «con l’iscrizione all’URC, alla persona che cerca un lavoro vengono dati gli accessi tecnici per entrare sulla piattaforma lavoro.swiss che permette di visualizzare le migliaia di posti di lavoro segnalati agli URC dalle aziende non solo in Ticino, ma in tutta la Svizzera. Questa è la combinazione che riteniamo vincente. Prepariamo le persone affinché ognuno diventi il miglior promotore di sé stesso!».
I numeri delle segnalazioni - Dalla Sezione del lavoro respingono, infine, la critica di non fornire reali proposte d’impiego: «Attraverso il Servizio aziende URC siamo sempre più in contatto con le aziende ticinesi affinché segnalino in maniera prioritaria tutti i loro posti vacanti. Cosa che avviene: dall’inizio del 2019 abbiamo avuto mensilmente quasi un migliaio di posti di lavoro segnalati dalle aziende agli Uffici regionali di collocamento, la maggior parte dei quali registrati sul sito lavoro.swiss che è diventato una vera e propria miniera per chi cerca lavoro in Svizzera». Quante volte l’offerta si concretizza? «Non è attualmente possibile - dice la caposezione - estrapolare quanti collocamenti sono direttamente collegati alle oltre 33'000 segnalazioni fatte dai consulenti alle persone in cerca d’impiego sulla base dei circa 6’500 posti segnalati agli URC dalle aziende (dati 2018)».