I medici di famiglia ticinesi si mettono in rete per riavere un ruolo centrale nelle cure, puntando sulla qualità. Il progetto si chiama mediX
LUGANO - L’unione fa la forza. Questo vale anche per i medici di famiglia, che si mettono in rete per ritrovare un ruolo centrale nelle cure. E anche per contenere i costi sanitari. Il progetto, che è stato presentato oggi dal dottor Christian Garzoni e a cui aderiscono già 105 medici di famiglia ticinesi, entrerà nel vivo il 1. gennaio 2020. E si chiama mediX Ticino.
«Si punta sulla qualità e sulla riduzione dei costi, rilanciando il ruolo del medico di famiglia» ha spiegato Garzoni in un incontro con la stampa. Il medico di famiglia oggi è infatti «in pericolo»: sono estremamente soli, sono confrontati con la creazione di grandi centri medici e con una medicina sempre più complessa, come ha osservato Garzoni.
La rete - un sistema che attualmente esiste già in diciotto cantoni d’oltre San Gottardo - intende dare un supporto ai medici di famiglia aderenti, anche favorendo la comunicazione e la condivisione (ogni mese è previsto un incontro di un’ora e mezza per uno scambio di esperienze tra medici), come pure la consultazione di banche dati a pagamento. Tutto questo per aumentare la qualità delle cure.
Ma per il paziente cosa significa? Si parla di un premio assicurativo ridotto fino al 20% (al momento sono sei le principali casse malati che hanno stipulato un accordo con la rete mediX, ma il prossimo anno saranno di più), senza limitazioni di scelta e di accesso alle cure.
«Il paziente vuole spendere meno. Ed è per questo che cerca modelli assicurativi alternativi». Soltanto in Ticino circa il 40% degli assicurati opta per l’attuale modello con il medico di famiglia (che si basa su delle liste di medici). Mentre quasi il 30% sceglie quello che prevede la consultazione di un call center. Cosa cambia però rispetto al classico modello con medico di famiglia? «Qui c’è dietro meno burocrazia, ma più filosofia di gestione del paziente».
La riduzione dei costi dovrebbe passare da un minor numero di ospedalizzazioni, come pure da un miglior coordinamento delle visite specialistiche. E si parla anche di autocritica, attraverso un’analisi - per esempio - della prescrizione di farmaci generici. «Le statistiche mostrano che nel complesso si arriva a ottenere una diminuzione delle spese» conclude Garzoni.