Il tutore della donna blocca il progetto edilizio quando già stava montando la protesta per l'abbattimento di Casa Gräser
ASCONA - Sulla casa dove visse Karl Graser, uno dei fondatori del Monte Verità, incombono le ruspe. O meglio incombevano fino a un minuto fa perché, è notizia fresca, non se ne farà nulla: «Il progetto immobiliare non si realizzerà più - spiega a Tio/20Minuti l'architetto Federico Peter dello Studio di Architettura Edilservice di Tenero -. L’anziana proprietaria del terreno è malata e il suo tutore ha bloccato tutto».
Colpo di scena - Come in un romanzo, forse non di Hermann Hesse che fu spesso ospite nella casetta, arriva dunque il coup de théâtre dopo che, poche ore fa, un cittadino, Giorgio Rigas, aveva lanciato l’allarme per il progetto incombente attraverso la pagina social “Salviamo Demianhaus Ascona”. La sua “battaglia” ha preso avvio ieri, quando ha scoperto online i progetti che lo studio di architettura di Tenero aveva allestito per il sedime di 5.119 metri quadrati (valore dieci milioni di franchi). Le planimetrie già mostravano l’ubicazione delle dieci ville, che il promotore intendeva vendere ad una cifra compresa tra i 2.3 e i 3.75 milioni di franchi l’una.
Una casetta piccola così - Dai piani non era per contro prevista la sopravvivenza di “Demianhaus”. Soldi contro cultura, una storia che sembrava ripetersi con stavolta nella parte del vaso di coccio la casetta di Gräser costruita nel 1904/05. Secondo Rigas la casa ha «la stessa importanza» del museo di Casa Anatta, della “casa dei russi” e delle altre testimonianze storiche di quella straordinaria esperienza culturale. Di più, “Demianhaus” ospitò diverse volte anche Hermann Hesse negli anni precedenti la fine della Prima Guerra mondiale.
«Sogno un luogo aperto al pubblico» - La casa fu un punto di contatto tra artisti e oppositori alla guerra. E proprio in questi luoghi Hesse avrebbe trovato ispirazione per il suo romanzo “Demian”, scritto nel 1919. «La mia idea sarebbe di acquistarla per salvarla dalla demolizione» dice Giorgio Rigas. A spingerlo «è l’affetto che provo per quei personaggi di cultura e per ciò che rappresenta quell’edificio. Inoltre stavo giusto cercando una vecchia casetta...». Di più: «Non avrei intenzione di tenerla chiusa, ma di aprirla in qualche modo al pubblico».
Per il Cantone potevano buttarla giù - Quanto la demolizione di Casa Gräser fosse concreta è lo stesso architetto Peter a spiegarlo: «Eravamo molto vicini ad ottenere le licenze. Mancava solo una perizia del Cantone su questa casa. Ma, verbalmente, ci avevano già detto che non è una cosa da proteggere».