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Il percorso estremo di Fabio: «Oggi sono il primo "coach" strongman in Svizzera»

LUGANOIl percorso estremo di Fabio: «Oggi sono il primo "coach" strongman in Svizzera»

10.03.20 - 10:15
È in grado di trasportare 246 chili e di "staccarne" 205. E si definisce un atleta poliedrico
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Il percorso estremo di Fabio: «Oggi sono il primo "coach" strongman in Svizzera»
È in grado di trasportare 246 chili e di "staccarne" 205. E si definisce un atleta poliedrico
Dopo l'incontro con il recordman italiano il corso, e ora la voglia di raccontare questo sport antichissimo ai più giovani

LUGANO - Ci sono quelli che in palestra ci vanno per avere un fisico scolpito. Poi ci sono coloro che alzano pesi per poterne alzare ancora di più. Di questa seconda categoria, quella dei cosiddetti “strongman”, fa parte Fabio Guglielmini. Il 25enne ticinese d’adozione (nato in Brasile), non è solo un giovane che ama sfidare i suoi limiti, ha infatti deciso di approfondire la disciplina fino a diventarne maestro. O, come si dice oggi, “coach”. I suoi record? «123 chili per mano e 246 chili complessivi nel trasporto (strongman farmers walk). Praticamente 3,7 volte il mio peso corporeo. E 205 chili di stacco da terra».

Una passione, quella per la pesistica, scaturita da una “necessità”. «Nasco come sciatore alpino. Gareggiando per la nazionale del mio paese d’origine ho partecipato a 4 mondiali. E la preparazione fisica, per questi eventi sportivi, è stata particolarmente impegnativa». 

Oltre all'attività sciistica, Fabio ha scelto di concentrarsi sull’allenamento puro. «Ho iniziato ad allenarmi in ogni modo possibile e immaginabile, impostando in modo autonomo allenamenti, programmi ed esercizi. Il coach Luca Demarchi e mio padre, Gabriele Guglielmini, mi hanno assistito in quella che, alla fine, si è trasformata in passione per la ghisa».

Che a sua volta è mutata in altro. Nella ricerca della forza pura. «Il mondo degli strongman l’ho scoperto da bambino. Il crescente interesse verso gli sport estremi mi ha portato, inevitabilmente, a sfidare me stesso. Direi che è stato quasi un passaggio naturale quello che mi ha portato dai miei “military training” allo strongman. Cercando allenamenti di volta in volta più duri, mi alleno fino a 40 ore a settimana, sono arrivato a conoscere Francesco Gioia (vincitore del titolo italiano di strongman e detentore del record italiano di stacco da terra) e a maturare l’idea di provare questa disciplina in casa sua, nel suo Bunker48».

Una conoscenza che Fabio ha sfruttato per acquisire una marcia in più. A livello sportivo, ma anche umano: «La personalità di Francesco Gioia è stata per me un motore. Mi ha fatto crescere, non solo a livello prestazionale e tecnico. E così ho deciso di seguire il suo corso che mi ha portato, oggi, a essere il primo “coach” strongman in Svizzera. È incredibile che da noi, nonostante siano in diversi a praticare questa disciplina, non vi siano allenatori che la insegnino».

Eppure a Fabio l’etichetta di strongman sta stretta. «Preferisco definirmi un atleta poliedrico, un performer. Non voglio pormi dei paletti. Con questo attestato, però, confido di poter portare la mia voce in questo sport. E spero possa essere il punto di partenza per i nostri ragazzi che, in Ticino ma non solo, vogliono approfondire quella che è una disciplina nobile e antichissima».

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