Medie di Barbengo, un papà si interroga sull'assenteismo di massa che osserva nella classe del figlio
Lo sfogo del genitore: «Manca una linea coerente. Dicono che i bambini non devono stare con gli over 65. Ma diversi papà e mamme sono in questa situazione, per loro è un rischio in più trovarsi coi ragazzi di ritorno da scuola»
LUGANO - «Oggi erano a casa in dieci. Ieri ne mancavano nove...». È la testimonianza su una scuola media dimezzata nella cintura di Lugano. Nell'istituto di Barbengo che accoglie anche i ragazzi di Paradiso e Collina d'Oro, il coronavirus o meglio la paura del contagio ha indotto molto genitori ad imboccare la strada prudenziale dell'assenza. Viaggiando in contromano con la direttiva dell'autorità cantonale che ancora ieri ha ribadito: scuole dell'obbligo aperte per tutti.
Situazione surreale - Di fatto però quel tutti si svapora nella concretezza dei fatti, come testimonia un genitore che preferisce restare anonimo: «Mio figlio frequenta la scuola media di Barbengo e da qualche giorno mi racconta di questa situazione surreale. E non si tratta di allievi realmente malati, no, mi ha risposto mio figlio, sono i genitori che li tengono a casa. Ho parlato con diverse mamme e quella di non mandare oggi i figli a scuola non è un'eccezione. Il consiglio di tapparsi in casa, del resto arriva sempre più forte dal mondo medico».
I problemi dell'assenteismo - Pur seguendo la direttiva, questo genitore afferma di esserne rimasto sconcertato dagli effetti pratici: «Dubito che si tratti di malati di massa, ma si tratta piuttosto di una misura cautelativa delle famiglie di fronte a una reale e percepita immobilità delle autorità. Mi chiedo quindi che credibilità avranno quei certificati medici... Oltretutto questo assenteismo generale crea problemi didattici (annullamento di test, eccetera) e una sostanziale paralisi delle lezioni. Perché il DECS non dice niente su questo fenomeno massiccio e curioso?».
E i genitori "anziani"? - Bigiate prudenziali a parte, il genitore solleva anche perplessità sul fatto che, sempre secondo le direttive, «tutte le persone sopra i 65 devono evitare il contatto con i minorenni. E allora io cosa faccio che di anni ne ho di più? Non sono un nonno, perché per fortuna non mi risulta che esista una legge che impedisca di avere un figlio in età avanzata... È tutto contraddittorio. Nessuno ha pensato infatti che molti genitori possono essere in un'età rischiosa per il coronavirus. Non si possono, come sembra fare il Cantone, standardizzare le regole in modo quasi industriale».