Il Governo vuole evitare che la chiusura delle scuole si riveli controproducente.
Il contatto tra i giovani e le persone a rischio deve essere evitato
BELLINZONA - Più responsabilità da parte di tutta la popolazione. È quanto chiede il Consiglio di Stato dopo la decisione comunicata questa mattina di procedere con la chiusura di tutte le scuole dell’obbligo. In particolare dei genitori, affinché si eviti nella misura più assoluta il contatto tra bambini e giovani - che finora potevano restare a scuola - e le persone più a rischio.
Affinché la misura della chiusura delle scuole obbligatorie non si riveli controproducente da un punto di vista sanitario, è quindi assolutamente fondamentale che la popolazione risponda con la massima responsabilità individuale, facendo in modo che l’accudimento di bambini e ragazzi non sia delegato alle persone vulnerabili.
Le persone vulnerabili - Questi, secondo l’Ufficio federale della sanità pubblica, sono le persone a partire dai 65 anni e le persone di ogni età con una delle seguenti malattie: tumore, diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari, malattie croniche delle vie respiratorie, malattie e terapie che indeboliscono il sistema immunitario.
Accudimento, trasporto e mensa garantiti - Al fine di scongiurare il rischio di scambio intergenerazionale, come già comunicato, al più tardi da martedì 17 marzo sarà garantito presso le sedi scolastiche un servizio di accudimento per gli allievi che per ragioni familiari non possono restare a casa. Il trasporto scolastico e la refezione scolastica per questi allievi nella settimana dal 17 marzo al 20 marzo, ad eccezione del 19 marzo (giorno di festa), rimangono attivi.
Prima non si poteva - La misura intrapresa stamattina - ha precisato il Governo rispondendo indirettamente a chi l'ha accusato di aver temporeggiato troppo - si è resa «opportuna e sostenibile» grazie alla presenza delle altre imprescindibili misure di accompagnamento, che faciliteranno la presenza dei genitori a casa.