Nick Antik, 21 anni. Youtuber, influencer e cantante ci spiega come convince i coetanei a restare a casa
TAVERNE - Youtuber, influencer, presentatore, cantante, musicista. Nick Antik, 21 anni, cerca attraverso il web di aiutare i suoi coetanei ad accettare la regola di restare a casa per il bene loro e di tutta la popolazione.
Nick Antik è appena rientrato da un viaggio di lavoro negli Stati Uniti, che ha dovuto forzatamente prolungare di cinque giorni a causa dell'emergenza coronavirus, ed ha trovato «una situazione surreale. Già al mio arrivo a Zurigo ho capito la gravità delle cose, l'aeroporto era praticamente deserto!».
Ti aspettavi un Ticino blindato?
«Sono partito da Lugano il 23 febbraio scorso, quando le statistiche erano ancora contenute, e sono rimasto aggiornato con l'informazione online, che consultavo ogni giorno. Sapevo cosa mi aspettava al mio ritorno ed ero pronto. È chiaro che quando prendi contatto con la realtà, l'impatto è decisamente diverso».
Cosa ne pensi delle misure prese dal Governo cantonale?
«Inevitabili vista la curva dei contagi. Le trovo più che opportune, la nostra salute ha la priorità assoluta!».
I giovani come te fanno fatica ad accettare queste restrizioni e sembrano trascurare per il momento il coronavirus...
“È un atteggiamento molto pericoloso perché rischia di influenzare altri giovani e di allargare a macchia d'olio il fenomeno. Ho avuto modo di vivere di persona la superficialità con cui gli Stati Uniti hanno trascurato i primi segnali d'allarme del Covid-19, presidente Trump in primis, e ora sono schierati con tutti i Paesi d'Europa in uno stato di emergenza».
A Los Angeles hai avuto contatto diretto con il personale sanitario. Per quale motivo?
«Un amico è stato male per un problema gastrointestinale. Ho chiesto con Miriam Dossena l'intervento del 911, il pronto soccorso a domicilio. Sono arrivati in sette senza guanti e mascherina, lo hanno visitato scherzando che probabilmente si trattava di coronavirus. Poco dopo Trump ha bloccato i voli dall'Europa e mercoledì 11 marzo ha dato l'allarme ufficiale».
La supponenza e l'incoscienza costituiscono il rischio più alto di diffusione. Cosa fai per abbassare questa tendenza?
«Ho letto nei social frasi del tipo “Mi privano della mia umanità!”, “Non posso più uscire con gli amici”, “È una noia mortale!”. Il Governo non ce l'ha con nessuno e necessita della collaborazione di tutti per la realizzazione di un piano d'emergenza tutt'altro che facile anche per chi è stato obbligato ad attuarlo. “Raga, rispettiamo le regole e restiamo a casa senza drammi”. Non abbiamo scelta: per il bene dei nostri cari e per quello di tutte le altre persone».
Cosa farai in questo periodo di pausa?
«Ognuno ha tante attività che può svolgere da casa, magari quei lavoretti che si sono accumulati durante la routine degli impegni quotidiani. Io devo studiare per la patente, ho diversi video da montare e i miei profili sui social da seguire. Inoltre, ho più spazio per la musica, sto preparando l'uscita dei miei prossimi singoli. Credo che ognuno di noi, giovani compresi, possano tirar fuori l'inventiva e occupare il proprio tempo in modo diverso, tenendo comunque presente che i tradizionali canali di comunicazione digitale sono sempre aperti e ci fanno sentire vicini».
Il ricongiungimento con la ragazza senza baci
TAVERNE. «È la prima volta che mi separo per tre settimane dalla mia ragazza Selin. Mi ha aspettato al mio rientro a casa. Nessun abbraccio, nessun bacio, abbiamo parlato a distanza per un quarto d'ora, poi è tornata dai suoi. È stata dura per tutti e due, ma ci siamo detti che il ricongiungimento sarà più bello quando sarà finito tutto».
Nick ha vissuto un'esperienza ansiosa per tornare dagli Stati Uniti, in cui gli scenari cambiavano ogni giorno per le misure adottate dalla compagnia Swiss. «E la realtà impone anche a casa di rispettare le misure che tutto il mondo sta adottando. Banalizzare il fenomeno è pericoloso, credo fermamente nella forza trainante delle persone». La veemente reazione degli Stati Uniti, che per bocca del presidente Trump prima minimizzava gli effetti del coronavirus rispetto alla tradizionale influenza, è un segnale molto forte in questa direzione. «Gli americani non si credono più onnipotenti». R.P.