Scattano le prime misure drastiche. Globus Cosmos taglia e i dipendenti si rivolgono al sindacato
LUGANO - Ai tempi del telelavoro, per licenziare basta "scollegare". Una telefonata a casa, l'account disattivato: zac. È la brutta sorpresa toccata a inizio settimana a 14 dipendenti del tour operator Globus Cosmos, con sede a Grancia.
Non si sono fatti attendere i primi licenziamenti dovuti al coronavirus, in Ticino. Mentre i sindacati chiedono misure straordinarie al Consiglio di Stato a tutela dei lavoratori, gli eventi precipitano e bruciano i tempi.
«A causa dell'epidemia dobbiamo effettuare dei tagli trasversali». È la spiegazione che si sarebbero sentiti dare - al telefono - i 14 dipendenti interessati dalla misura. Impiegati nella sede luganese, da settimana scorsa erano stati trasferiti in modalità "smart-working" ai rispettivi domicili.
L'azienda, di proprietà della famiglia Mantegazza, conta circa 150 dipendenti in Ticino. Contattata, la direzione conferma che le misure sono riconducibili alla congiuntura sfavorevole causata dall'epidemia. A inizio anno Globus «ha assunto una dozzina di nuovi dipendenti in previsione di una crescita» precisa l'azienda. «Putroppo la crisi presente ci ha obbligato a tornare sui nostri passi e a prendere questi difficili provvedimenti».
Non è escluso che altri posti potrebbero saltare «se la situazione dovesse protrarsi a lungo». Alcuni licenziati - svizzeri o residenti per la maggior parte - nel frattempo si sono rivolti ai sindacati. Contestano le modalità della disdetta. «Dopo anni di lavoro essere lasciati a casa senza spiegazioni e con una telefonata è decisamente scorretto» protesta uno dei dipendenti interessati. «L'epidemia non può giustificare tutto».