Dopo aver appellato (invano) Coira, i deputati scrivono al Consiglio federale per la chiusura immediata dei cantieri
Nella missiva viene ricordato che i malati provenienti dal Grigioni Italiano finiscono negli ospedali ticinesi che sono già sotto pressione.
GRONO - Mesolcina e Calanca. Valli grigionesi a un tiro di schioppo dal confine ticinese. E quindi territori più toccati dalla diffusione del coronavirus. Per questo già sabato scorso i rappresentanti del Moesano nel Gran Consiglio retico avevano pregato Coira di seguire l'esempio del Ticino e di chiudere tutti i cantieri edili in Mesolcina e Calanca. La risposta negativa ricevuta dal Consiglio di Stato grigionese, che ha deciso di seguire la linea di Berna, ha quindi convinto Samuele Censi, Manuel Atanes, Rodolfo Fasani, Nicoletta Noi Togni, Paolo Papa e Hans Peter Wellig a rivolgersi direttamente a Palazzo federale.
«Le nostre preoccupazioni - scrivono i granconsiglieri - sono le stesse che colpiscono il Ticino e per questo motivo ci rivolgiamo al nostro più alto consesso chiedendo di far chiudere immediatamente anche in Mesolcina e Calanca i cantieri operanti nell’edilizia civile, così come le aziende legate alla sua specifica filiera».
I deputati ricordano altresì che i pazienti del Moesano finiscono negli ospedali ticinesi che sono già fortemente sotto pressione. «L’obiettivo della chiusura è quello di abbassare la curva dei contagi e dei malati, in modo che il sistema ospedaliero possa accogliere nella giusta misura i pazienti senza giungere al prospettato collasso»