Lo rivela un sondaggio nazionale. Che conferma: a sud delle Alpi la preoccupazione è nettamente maggiore.
ZURIGO / BELLINZONA - Ormai il 42% dei ticinesi si ritiene personalmente minacciato dal coronavirus. Il dato, che emerge da un sondaggio dell'istituto demoscopico Link, è superiore a quelli che si registrano in Romandia (36%) e Svizzera tedesca (27%) ed è in sensibile aumento anche nel raffronto con il precedente rilevamento (30%).
Il 35% degli svizzeri ritiene che l'epidemia avrà conseguenze negative sulla propria situazione finanziaria, valore che sale a oltre il 40% in Romandia e a sud delle Alpi, si legge in un comunicato diffuso in serata. I dati sono stati raccolti interrogando circa 1'300 persone fra il 18 e il 24 marzo (è il quarto sondaggio sul tema, quello prima era stato condotto fra il 10 e il 12 marzo).
Anche la percezione del virus quale minaccia globale è nettamente più accentuata: è visto come una minaccia per il mondo ormai dal 79% degli interrogati (erano solo il 45% due settimane prima) e per la Svizzera dal 75% (un balzo dal 30%).
Per quanto riguarda i singoli comportamenti, è nettamente progredita (all'87% al 47%) la quota di coloro che evitano i mezzi pubblici, come pure quella che è attiva con il telelavoro (dal 31% al 58%). Il 32% ha predisposto scorte d'emergenza e il 25% indossa la mascherina (solo l'11% nel rilevamento precedente).
L'appello del Consiglio federale a rimanere a casa viene seguito: l'89% afferma di restare più spesso nel proprio alloggio. Il sondaggio mette in risalto pure la fame d'informazione (è aumentata la fruizione: soprattutto tv, molto online, ma anche radio e giornali) e il fatto che il commercio online sta approfittando solo in parte della situazione: si tende infatti a posticipare gli acquisti.
Il 75% degli interpellati ritiene corretto che il Consiglio federale abbia dichiarato la situazione straordinaria, il 9% reputa il provvedimento esagerato, mentre il 16% vorrebbe misure più drastiche.