L'associazione Agna contro il Dipartimento delle istituzioni: «Poca attenzione in un momento difficile»
BELLINZONA - Il coronavirus colpisce le famiglie. Soprattutto quelle separate. In Ticino le associazioni delle famiglie monoparentali (ATFMR) e dei genitori non affidatari (AGNA) hanno segnalato più volte il problema. In tempo di Covid-19 gli imperativi anti-contagio - evitare i contatti non necessari - entrano in conflitto con il diritto di visita degli ex coniugi.
Gli appelli al Cantone a «fare chiarezza» - le visite dei figli ai genitori non affidatari sono da evitare? - sono serviti. Ieri il Dipartimento delle istituzioni ha emanato delle disposizioni in merito. Invitando i genitori ad affidarsi al telefono o alle video-chiamate, laddove non sia possibile esercitare il diritto di visita in sicurezza.
Ma l'Associazione dei genitori non affidatari (AGNA) non è contenta. E chiede «una maggiore attenzione sul tema» da parte del Cantone. Il principio da applicare - sottolinea l'AGNA in un comunicato odierno - è che «la pandemia di coronavirus non cambia fondamentalmente il diritto del bambino ad un contatto adeguato con entrambi i genitori».
Un principio definito dalla Confederazione, e che l'associazione tiene a ribadire. «Soprattutto in tempi incerti, è importante che il bambino possa trovare un sostegno affidabile e continuo a contatto con il padre e la madre come suoi più importanti soggetti di riferimento».
L'associazione critica quindi il Dipartimento delle istituzioni per avere «agito in ritardo» e non avere indicato chiaramente le priorità. Per il futuro chiede una «maggiore attenzione» da parte delle autorità. «Facciamo del Coronavirus un’opportunità per i diritti alle relazioni personali dei bambini con ambedue i loro genitori» è l'appello dell'AGNA.