La chiusura dei ritrovi pubblici ha catapultato molti ticinesi tra i boschi.
Questa riscoperta della natura ha però fatto crescere anche il littering. Per combattere il problema un cittadino del Bellinzonese ha deciso di agire.
BELLINZONA - La pandemia da coronavirus e la conseguente chiusura di tutti i ritrovi pubblici ha obbligato tanti ticinesi a una riscoperta "forzata" della natura. I nostri boschi sono tornati a essere meta privilegiata per le passeggiate delle famiglie, un'azione lecita se fatta tenendo le dovute distanze sociali dalle altre persone. Un po' meno leciti sono però alcuni comportamenti. Uno su tutti quello del littering.
Un problema, questo, che è stato amplificato a dismisura con l'avvento dell'epidemia. Particolarmente toccata, ma non è purtroppo una novità, è la zona a nord di Bellinzona che si trova tra la Golena, la spiaggetta di Galbisio e il ponte rosso. E per richiamare le persone a tenere un comportamento civile e responsabile, da questa mattina sono spuntati dei cartelli. «Essi vogliono esortare tutti a non disseminare spazzatura nella natura», precisa C.P. (nome note alla redazione), che di quei cartelli è l'autore.
La spazzatura gettata nella natura è infatti aumentata nelle ultime settimane e questo nonostante il Consorzio Correzione Fiume Ticino abbia messo a disposizione cinque ampi bidoni per gettare i rifiuti. «Ogni settimana raccolgo un sacco pieno d'immondizia da terra», ci spiega C.P. «In questo periodo dove la gente si è spostata dai centri urbani ai boschi per tenere le distanze sociali il littering è notevolmente peggiorato. Serviva un’azione incisiva».