Il gruppo ha avviato colloqui con il personale e le parti sociali.
La misura viene motivata con il calo della domanda da parte dell’industria automobilistica. La critica del Mps: «Così si distrugge il capitale umano per mantenere o addirittura aumentare quello finanziario». La Borsa apprezza l'annuncio e il titolo a Zurigo prende il volo
AGNO - Nei giorni in cui Aiti e gli industriali svizzeri sollecitano una ripartenza del settore, c’è chi riparte sì, ma innestando la retromarcia.
Ad Agno il gruppo Mikron è infatti intenzionato ad effettuare un licenziamento collettivo, ma si potrebbe chiamarlo anche di massa, quantificabile in 110 posti. Si tratterebbe, in pratica, di un taglio di un terzo della forza lavoro, circa 350 posti, impiegata presso lo stabilimento luganese.
La notizia ha cominciato a rimbalzare stamani sui siti finanziari tedeschi, come finaznachtrichten.de, dopo che il gruppo ha annunciato l’avvio di colloqui con i rappresentanti dei dipendenti e le parti sociali.
All’origine del macro-taglio ci sarebbe il crollo della domanda da parte dell’industria automobilistica, alla quale Mikron fornisce macchinari. Il comparto toccato è quello della Divisione Mikron Machining, mentre, come precisa il gruppo stesso in una nota, «il settore utensili di Mikron Tool e il segmento Mikron Automation non sono interessati da tali misure».
Il coronavirus sembra aver accelerato le difficoltà che lo scorso novembre si erano già palesate nello stabilimento di Agno con l’introduzione del lavoro ridotto, seguite a dicembre da 30 licenziamenti. Ora cala la mannaia, mentre la Confederazione sta iniettando denaro nel sistema economico per non farlo collassare. Un aspetto che non mancherà di far discutere.
Mps: «Quante Mikron nel dopo pandemia?»
Tra le prime reazioni al taglio di 110 posti annunciato alla Mikron quella del Mps che si chiede «quante Mikron ci aspettano nel dopo-pandemia? Gli orientamenti padronali ci indicano che rischiano di essere molte». Secondo il Movimento per il socialismo «il caso illustra bene la logica padronale che, purtroppo sempre più, vedremo manifestarsi nei prossimi mesi. Una logica costruita sulla costante e sempre maggiore valorizzazione del capitale: cioè producendo profitti e redistribuendoli agli azionisti». Nella lettura dell’Mps il taglio effettuato ad Agno altro non è che «la decisione di distruggere capitale (in questo caso “capitale umano”) per permettere che eventuali minori profitti possano comunque mantenere, o addirittura aumentare, il tasso di redditività del capitale». L’Mps ricorda inoltre che lo scorso anno per Mikron è stato pur «non eccezionale come il 2018, ma certamente positivo. Infatti, già lo scorso 23 gennaio l’azienda, comunicava che nel 2019 il fatturato complessivo è comunque aumentato del 4,1% e che, alla fine, l’utile aziendale del Gruppo Mikron ammonta a 8,8 milioni». Per la cronaca la misura, annunciata all'alba a mercati chiusi, è stata accolta positivamente dalla Borsa svizzera, dove il titolo di Mikron guadagna oltre il 3%.