Pro Velo Ticino invita le autorità ad adottare delle misure provvisorie per creare nuovi spazi per le due ruote
BELLINZONA - Il timore del virus ha spinto molte persone a scegliere di spostarsi in automobile. Ma anche in bicicletta, come conferma uno studio del Politecnico federale di Zurigo: da metà marzo la distanza percorsa mediamente dagli svizzeri ogni giorno in sella a una bicicletta è quasi triplicata.
E con la graduale riapertura delle attività economiche, non mancherà chi continuerà utilizzare il mezzo a due ruote, anche in Ticino, come sottolinea Pro Velo Ticino. Che però constata: «Le reti urbane e periferiche del nostro cantone non sono sufficientemente sicure e spesso ciclopiste e passerelle sono condivise con i pedoni, rendendo difficile il rispetto del distanziamento sociale: oltre al pericolo di essere investiti, quindi, anche il rischio di essere contagiati».
Da qui l'appello: «Pro Velo Ticino chiede che in Ticino si trovino velocemente e senza troppe complicazioni procedurali soluzioni praticabili di durata limitata per creare nuovi spazi riservati ai ciclisti». Un esempio è Berlino, che ha provvisoriamente ridimensionato strade a più corsie per ampliare le ciclabili esistenti.
L'associazione propone anche l'apertura ai ciclisti di strade finora off-limits e, laddove non sia possibile, di intervenire diversamente introducendo ulteriori zone 30. «Tutti interventi che praticamente non genererebbero costi di rilievo per i Comuni o il Cantone. Si tratterebbe di soluzioni urgenti e provvisorie da attuare nell'ambito di una situazione di necessità sanitaria». E si parla anche di estensione della rete bike-sharing.