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CANTONEMillecinquecento pic per stabilire la reale diffusione del virus

03.05.20 - 08:03
È lo studio sierologico avviato su un campione di ticinesi. Garzoni: «Si partecipa per il bene della collettività»
Archivio Keystone (immagine illustrativa)
Millecinquecento pic per stabilire la reale diffusione del virus
È lo studio sierologico avviato su un campione di ticinesi. Garzoni: «Si partecipa per il bene della collettività»

BELLINZONA - Sono molti i ticinesi che hanno avuto a che fare con il nuovo coronavirus. Ma non tutti se ne sono accorti: non mancano infatti le persone che hanno contratto la malattia senza sviluppare alcun sintomo. Oltre al numero ufficiale dei casi accertati (sono oltre 3'200), non vi sono quindi attualmente altri dati per stabilire la reale diffusione del virus sul nostro territorio.

È per questo che proprio in questi giorni circa 1'500 ticinesi stanno ricevendo una lettera, in cui vengono invitati a sottoporsi a un test sierologico gratuito. Di cosa si tratta? In sostanza di un'analisi del sangue che rileva l'eventuale presenza di anticorpi per il nuovo coronavirus. «Questo strumento permette di fornire una fotografia della situazione» ci spiega il dottor Christian Garzoni, specialista in malattie infettive.

Un pic al dito, e dopo circa quindici minuti il risultato è disponibile e viene comunicato al diretto interessato. «Chi riceve la lettera, può recarsi da un medico di famiglia, dove sarà sottoposto al test». Il tutto gratuitamente. E l'analisi viene eseguita per quattro volte nel corso di un anno.

I millecinquecento ticinesi sono stati scelti a caso, ma si tratta di un gruppo rappresentativo per età, sesso e regione di residenza. «Non è quindi possibile sottoporsi volontariamente al test se non si riceve la lettera». L'importante è comunque che partecipi il maggior numero possibile di persone: «È per il bene della collettività» conclude Garzoni, ricordando che «il test non dà la certezza che una persona sia protetta da una nuova infezione».

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