Le autorità hanno segnalato alla popolazione come chiedere aiuto in caso di bisogno.
L’azione delle istituzioni ha trovato rinnovato slancio anche in riferimento alla particolare situazione sanitaria vissuta dalla popolazione ticinese.
LUGANO - Il Cantone torna a parlare dell'annoso problema della violenza domestica, tornato ancor più d'attualità con il lockdown e con l'incessante impegno delle autorità per evitare che la clausura forzata potesse degenerare, soprattutto negli ambienti familiari.
E così, questa mattina, c'erano Norman Gobbi, e Raffaele De Rosa (rispettivamente Direttore del Dipartimento delle istituzioni e Direttore del Dipartimento della sanità e della socialità) alla presentazione delle principali novità (attuate dai due dipartimenti) nel contrasto alla violenza domestica.
Nel corso dell’incontro sono stati illustrati l’impegno dell’Ufficio dell’assistenza riabilitativa del DI per l’allestimento di programmi per autori di violenza domestica (in conformità con le novità legislative che entreranno in vigore dal 1° luglio 2020), nonché del Servizio per l’aiuto alle vittime di reati del DSS. Sotto la lente anche l’avvio del Piano d’azione cantonale contro la violenza domestica, coordinato dalla Divisione giustizia.
La rete di sostegno - Attraverso una campagna informativa congiunta, i due Dipartimenti hanno voluto segnalare a tutta la popolazione, e in particolare alle persone toccate o potenzialmente toccate dalla violenza domestica, la presenza di una rete di sostegno e aiuto strutturata ed efficace per chi è colpito da questo grave problema.
Proprio questa rete - e attraverso essa il lavoro comune contro un fenomeno grave e diffuso - è oggetto di attenzione costante da parte delle istituzioni e di iniziative concrete.
La coordinatrice - La designazione di una figura per il coordinamento istituzionale sul tema (Chiara Orelli Vassere), in funzione da aprile 2020, l’attivazione di un rinnovato Gruppo permanente di accompagnamento, la collaborazione con le istanze federali per una politica coerente e uniforme sul piano nazionale, l’azione più incisiva nei confronti degli autori di violenza domestica e insieme lo sforzo di rispondere sempre meglio alle reali necessità e ai bisogni delle vittime sono stati gli aspetti approfonditi nell’incontro di questa mattina.
Dopo i due Consiglieri di Stato sono intervenuti Cristiana Finzi, delegata per l’aiuto alle vittime di reato, Chiara Orelli Vassere, coordinatrice istituzionale per il tema violenza domestica, e Siva Steiner, capoufficio dell’Ufficio dell’assistenza riabilitativa.
Un’attenzione particolare è stata data ai Programmi per autori di violenza domestica la cui frequentazione potrà essere resa obbligatoria nell’ambito della procedura di sospensione del procedimento penale (art. 55a Codice Penale, modifica in vigore dal 1 luglio 2020) e ad alcune misure di ulteriore sostegno alle vittime di violenza domestica attuate dal DSS.
Sono stati infine delineati gli obiettivi, i temi e la strutturazione del Piano di azione cantonale, che dovrà riassumere e indicare le linee direttrici, gli obiettivi e le misure dell’impegno globale delle istituzioni e dei numerosi organismi della società civile che operano in Ticino per contrastare la violenza domestica.