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LOCARNOGli avevano diagnosticato una leucemia acuta, ma il mago sta per tornare

17.07.20 - 06:08
Nel luglio del 2018, Fantasios stramazza al suolo al termine di uno spettacolo. È l’inizio di un lungo calvario.
Alfonso Paganetti
Gli avevano diagnosticato una leucemia acuta, ma il mago sta per tornare
Nel luglio del 2018, Fantasios stramazza al suolo al termine di uno spettacolo. È l’inizio di un lungo calvario.
«Mio figlio mi è stato da esempio – racconta il noto prestigiatore –. E la mia compagna mi è sempre stata vicina. Ora sono pronto per ripartire».

LOCARNO - Due anni di calvario. E tanta voglia di tornare in pista. Era il mese di luglio del 2018 quando Alfonso Paganetti, da tutti conosciuto come Mago Fantasios, stramazzava al suolo al termine di un suo spettacolo a Tenero. Un malore che fa da preludio a una diagnosi impietosa: leucemia acuta. Classe 1945, Paganetti non vede l’ora di rimettersi in gioco. Lui che per anni ha incantato le platee di mezzo mondo.

Prima di tutto, come sta?
«Ho sconfitto la leucemia. E pure il fuoco di Sant’Antonio che mi era subentrato quasi in contemporanea. Moralmente sto bene. Mi è rimasta la stanchezza, a volte mi sento spossato».

Cosa l’ha aiutata a guarire?
«Ho avuto davanti l’esempio di mio figlio. Anche lui, anni fa, si era ammalato di leucemia. Guarendo dopo avere lottato come un leone. E poi c’è stata la mia compagna Sylvie, che è anche la mia partner sul lavoro. Non mi ha mai lasciato da solo. Mi ha dato la forza di resistere a tutte quelle terapie e di continuare a vivere».

Che tipo di percorso è stato?
«Dolorosissimo. Soprattutto quando è subentrato il fuoco di Sant’Antonio. Penso di non essere mai stato così male in vita mia». 

Di mezzo c’è stato pure un lockdown. Il Covid-19 non è stato proprio il massimo per un over 65 reduce dalla leucemia.
«Mi ero appena ristabilito, iniziavo a stare bene quando si è cominciato a parlare del nuovo coronavirus. E mi sono visto rinchiudere in casa. Ma nella mia abitazione di Tenero-Contra non ho mai perso tempo».

Come ha trascorso quelle settimane di primavera?
«Ho continuato a esercitarmi, per migliorare. Con lo stesso entusiasmo di quando ero giovane. Non bisogna mai sentirsi arrivati. Anche se si ha un passato di prestigio».

Ma nel 2020 hanno ancora senso gli spettacoli di magia?
«Internet ha svelato i nostri trucchi al mondo. E ha fatto perdere al nostro settore tanto fascino. Però abbiamo ancora seguito».

Cosa serve per attirare un pubblico sempre più distratto da migliaia di altre opportunità?
«Semplicità, teatralità. E personalità. Devi essere un personaggio. Non è il trucco che fa il mago, ma è il mago che fa il trucco».

Brutto periodo per chi si occupa di eventi. Lei come farà a tirare avanti?
«Covid permettendo, da settembre partirà una serie di appuntamenti a Locarno, presso la Stella d’Italia. Uniremo gastronomia e spettacolo. È la mia ennesima sfida. E voglio giocarmela».

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