Dipende dalla scuola. Alcune lo vietano espressamente. Oggi il Ticino chiarirà la sua strategia
Il Decs ha pronti tre scenari, ma intanto gli psicologi avvertono: «Evitare divieti troppo drastici»
BERNA - Tempo di vacanze, e il ritorno a scuola è già un grattacapo per molte mamme e papà. Il Consiglio di Stato si appresta a comunicare (lo farà oggi alle 11, in conferenza stampa) quale dei tre scenari ha deciso di adottare per gli scolari ticinesi. Intanto, da oltre Gottardo arriva un'anticipazione confusa di quanto potrebbe succedere - si spera di no - da noi a settembre.
A far discutere nelle ultime ore, in particolare, la decisione di alcune scuole e asili di vietare l'ingresso ai genitori il primo giorno di scuola. Dai cantoni Argovia e Basilea Città si sono levati i primi cori di protesta. «Non ho intenzione di scaricare mio figlio in un piazzale il primo giorno d'asilo» ha dichiarato a 20 Minuten la mamma di un bambino di 3 anni di Gränichen (AG). «Ho scritto una mail alla scuola perché si trovi un'altra soluzione».
Il punto è che - siamo alle solite - una normativa a livello svizzero non esiste. Basilea Città ha deciso di bandire i genitori da tutte le scuole, cantonali e comunali. In Argovia, invece, ogni istituto ha mano libera. Nel comune di Ehrendingen, i genitori possono accompagnare i loro figli purché indossino una maschera. A Murgenthal invece un genitore può presentarsi con i figli alla scuola materna, non alla scuola primaria. A Gränichen, invece, il divieto è esteso anche agli asili.
Una misura esagerata, quest'ultima, secondo lo psicologo dell'apprendimento Fabian Grolimund. «Il momento dell'introduzione in un ambiente nuovo è importate per un bambino. La presenza di un genitore lo aiuta ad acquisire fiducia e ad ambientarsi». Se il "passaggio di consegne" non può avvenire in aula, «si dovrebbe almeno poter organizzare un incontro all'aperto».
Difficile far digerire ai bambini una situazione così anomala. «Il primo giorno di scuola è già abbastanza emozionante di per sé - osserva Grolimund -. Se in più le maestre si mettessero a spiegare ai bambini i rischi legati al virus, peggiorerebbero solo la situazione».
«È una situazione complicata. Nel prossimo futuro i divieti saranno tanti» afferma Dagmar Rösler, presidente dell'Associazione svizzera degli insegnanti (LCH). «Gli amministratori scolastici hanno un peso enorme sulle spalle. Nessuno vuole prendersi la responsabilità di un contagio o magari di dover chiudere una scuola». Accontentare tutti è impossibile, ma Rösler crede che il buonsenso prevarrà: «Sono sicuro che nonostante i provvedimenti ci siano modi per festeggiare in modo creativo il primo giorno, superando le paure reciproche».