«Tale dato non deve trarre in inganno» avverte Fernando Piccirilli, capo della nuova Sezione esecuzione e fallimento
Le misure a sostegno dell'economia hanno finora scongiurato la temuta esplosione del debito e dei crac societari. Piccirilli: «In futuro, quando gli aiuti saranno esauriti, non è possibile escludere un aumento delle procedure fallimentari»
BELLINZONA - L’onda del debito scatenata dallo tsunami Covid fa paura, ma ad oggi non se ne vedono ancora gli effetti. Né se ne può misurare la forza. «Non si riscontra alcun aumento delle procedure esecutive, anzi sono diminuite - dice Fernando Piccirilli, da inizio agosto capo della neoistituita Sezione esecuzione e fallimento.
L'aumento atteso - Non è pertanto statisticamente significativa la settantina di pagine sul Foglio Ufficiale di ieri con l’elenco dei precetti inviati negli ultimi mesi. D’altra parte lo stesso calo delle procedure va pure preso con le pinze. «Tale dato - rileva il caposezione - non deve trarre in inganno, poiché molti creditori hanno sospeso l’invio delle domande di esecuzione a seguito dell’emergenza sanitaria. Di conseguenza nei prossimi mesi si assisterà ad un aumento delle procedure. È però prematuro dire se a fine anno saranno maggiori rispetto a quelle del 2019». Di sicuro la pandemia non ha sconvolto la geografia delle esecuzioni: «Tra le tipologia di credito - rileva Piccirilli - spiccano come sempre le imposte e i premi delle casse malati».
Meno fallimenti ma... - Una calma altrettanto artificiale si registra oggi sul fronte delle imprese costrette ad alzare bandiera bianca. «La pandemia non ha fatto aumentare per ora i fallimenti, che risultano nettamente diminuiti rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Il calo sfiora il 35% - dice Silvio Bottegal, ufficiale dell’Ufficio dei fallimenti. «Gli effetti dell’onda pandemica - aggiunge - arriveranno ma ci vorrà più tempo. Stimiamo un anno a partire dal lockdown». A rallentare l’onda è l’iter stesso della procedura, che ha i suoi tempi, ma il numero dei fallimenti, sottolinea a sua volta il caposezione Piccirilli, «è influenzato oggi dalle misure introdotte dal Consiglio federale a sostegno dell’economia. In futuro, quando gli aiuti saranno esauriti non è possibile escludere un aumento delle procedure fallimentari».
Il monitoraggio costante - Quanto all’eventualità che il numero di casi sia tale da mettere in crisi gli uffici cantonali preposti, il caposezione conclude ricordando che «la Divisione della giustizia monitora costantemente l’attività degli uffici esecuzione e fallimento e, come avviene in altri settori di competenza, in caso di comprovata necessità, si procederà agli opportuni correttivi a livello di personale come pure di operatività».