Preoccupazione tra chi esercita nelle scuole professionali. Si teme di perdere ore di lezione.
Il capo Divisione Paolo Colombo: «Numeri non ancora consolidati. Ma a fine campagna tra i 100 e i 150 ragazzi potrebbero non avere il posto. Nessuna ripercussione sugli insegnanti».
BELLINZONA - Preoccupazione tra i docenti delle scuole professionali ticinesi. Soprattutto tra quelli incaricati, che non hanno una nomina. Il timore è legato a un’ipotetica perdita di ore di lezione da settembre, dovuta al possibile calo di posti di apprendistato legato al Covid-19.
Maledetta primavera – Più testimonianze dimostrano un certo disagio, in vista del rientro in aula. «Anche perché – racconta una persona che insegna nell’ambito delle scuole professionali – solitamente in primavera i ragazzi hanno la possibilità di fare degli stage, per poi capire che mestiere scegliere. Quest’anno, a causa del lockdown e dei suoi effetti collaterali, questa opportunità è stata decisamente più limitata. In tanti si chiedono quanti ragazzi, nel frattempo, non sono riusciti a trovare un posto di tirocinio».
La voce dell’autorità – Paolo Colombo, direttore della Divisione della formazione professionale, non si nasconde. «Prendiamo atto delle preoccupazioni che vi sono giunte. Da parte nostra osserviamo che il numero di docenti e formatori dipende solo parzialmente dalle nuove assunzioni di apprendisti nel sistema duale scuola-azienda. Stiamo parlando di circa 2.500 persone all’anno su un totale di circa 12.000 persone nella formazione professionale di base e superiore».
Un momento ancora interlocutorio – Ma quanti ragazzi non hanno ancora trovato il posto di apprendistato? Sulle cifre, Colombo non riesce a essere esaustivo. «In questo momento dell’anno, come d’abitudine, i numeri non sono ancora consolidati. Attualmente registriamo una cinquantina di contratti di tirocinio in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (-3%)».
Il problema è di chi resterà a piedi – Poi, però, emerge un numero non esagerato, ma comunque inquietante. E non tanto pensando agli insegnanti, bensì a quei giovani che rischiano di restare a piedi. La domanda sorge spontanea: che ne sarà di loro? «Le proiezioni/stime ci indicano una possibile contrazione a fine campagna di 100-150 contratti – ammette Colombo –. Per ora, e visti i numeri, non ci aspettiamo ripercussioni significative sul corpo docente. La Divisione monitora costantemente la situazione e mette in atto tutte le misure previste per evitare una contrazione del numero di posti di apprendistato».