Il Covid forse ha cambiato per sempre il nostro rapporto con il cinema ma l'ultimo film di Nolan vuole dire la sua
LUGANO - Impossibile negarlo, per quanto possa essere grande una sala, per quanto tutte le misure di sicurezza e le distanze possano essere rispettate, trovarsi in uno spazio chiuso con numerosi sconosciuti resta un'esperienza che non lascia proprio sereni.
È una barriera, questa, senza dubbio figlia della pandemia e dei comportamenti e delle consuetudini che ci siamo imposti per fronteggiare il contagio. Una sorta di imprinting che non è ancora chiaro per quanto ci accompagnerà ma che, nel presente, è ancora ben vivo.
Per questo tornare in sala al cinema ieri sera, per vedere "Tenet" di Christopher Nolan non è stata una passeggiata per me, e immagino non lo sia stato nemmeno per gli altri invitati all'anteprima (compreso un manipolo di fortunati lettori di tio.ch e 20 minuti).
Malgrado le distanze di sicurezza, lo spazio enorme e il tracciamento obbligatorio (via app) la tendenza di guardare un po' storto chi ti sta troppo vicino resta. E anche i colpi di tosse e gli starnuti, che una volta avrebbero dato solo fastidio, in un contesto come questo finiscono per preoccupare un pochino.
La sensazione che il coronavirus possa aver cambiato per sempre il nostro modo di rapportarci con il cinema, inteso come il cinematografo, è ben presente e difficile da mandare via. Anche se il film fa davvero tutto il possibile per convincerci del contrario, e un po' forse ci riesce anche.
"Tenet", di Christopher Nolan (che ricordiamo per filmoni come "Dunkirk", "Inception" ma anche la trilogia del "Cavaliere Oscuro") è un po' quella pietra fondate su cui Hollywood spera di ricostruire il suo dopo-Covid.
E ha tutte le carte in regola: è roboante (pure troppo), spettacolare, girato benissimo e con un cast di gran carisma. È anche arzigogolato quanto basta per stimolare la discussione fra il pubblico e, chi lo sa, riportarlo di nuovo in sala una seconda volta.
Difficile svelare trama e intreccio senza rovinare il fondamentale elemento sorpresa. Basti sapere che si tratta di un film d'azione e spionaggio con una forte componente fantascientifica.
L'elemento chiave di tutto è il tempo e il suo scorrere. È un film che si diverte a sovvertire le aspettative dello spettatore, a spremergli le meningi e a imbarazzarlo spingendolo fuori dalla sua comfort zone. Un po' come "Inception".
Funziona? Più o meno. Si sa che la questione temporale è sempre spinosa e va trattata con le pinze per non fare una frittata. In "Tenet" diciamo che quest'ultima è evitata, almeno per metà. Alla fine delle due ore e mezza i bandoli della matassa saranno ancora tutti da trovare (sempre che poi ci siano davvero). E forse va bene anche così.
Buono il cast, con un John David Washington (figlio di Denzel) alla sua seconda prova di peso e sicuro dei suoi mezzi (soprattutto sul versante action) e un Robert Pattinson decisamente inedito. Ci è piaciuta molto anche la longilinea Elizabeth Debicki e il veterano Kenneth Branagh nel ruolo dell'irredimibile cattivone.
Ma più che i personaggi risultano memorabili le situazioni incredibili e le "missioni impossibili" dei protagonisti. Dinamica, come è giusto attendersi da Nolan, la regia e sfolgorante la fotografia. State sicuri che, per quanto lungo, il film non vi annoierà.
Basterà per riportare la gente in sala? È presto per dirlo, anche perché cinema in Ticino riaprono questa sera, ma noi senz'altro ce lo auguriamo.
"Tenet", per la regia di Cristopher Nolan e distribuito da Warner Bros. sarà nei cinema ticinesi a partire da questo mercoledì 26 agosto.