Il medico cantonale Giorgio Merlani spiega: «Un contagio è avvenuto probabilmente all’estero».
Emanuele Berger, direttore della Divisione della scuola: «I piani di protezione funzionano»
LUGANO - «I ragazzi sono sintomatici, hanno dunque una serie di sintomi, ma stanno benone, e per loro non è stato necessario alcun ricovero». È il medico cantonale Giorgio Merlani a rassicurare sullo stato di salute dei due ragazzi risultati positivi al Covid-19 al Liceo 2 di Savosa e al Centro professionale sociosanitario di Lugano.
I due studenti, un giovane e una giovane, di fronte ai primi sintomi, che sono apparsi mercoledì, si sono rivolti al proprio medico. Sono stati dunque invitati a fare lo striscio, e a quel punto è arrivata la diagnosi positiva. «Abbiamo ricevuto la comunicazione del test positivo e immediatamente abbiamo contattato i ragazzi».
Luogo del contagio - Non è ancora del tutto chiaro dove sia avvenuto esattamente il contagio. «In un caso è avvenuto probabilmente all’estero. Sull’altro stiamo ancora indagando, ma escludo che possano essere stati entrambi contagiati a scuola. Le scuole hanno riaperto lunedì, i sintomi si sono presentati mercoledì, e l’incubazione sarebbe durata troppo poco».
Bisogna attendersi altri casi? «È fondamentale che le misure di protezione funzionino e che non si arrivi a dover fare quarantene di scuole o di classi intere. Personalmente ritengo che la cosa più importante non sia stabilire se ci saranno altri casi, ma fare in modo che i casi singoli non diventino focolai maggiori».
Sulla stessa lunghezza d’onda Emanuele Berger, direttore della Divisione della scuola: «Un po’ ce lo aspettavamo. Sin da quando abbiamo deciso di riaprire le scuole non abbiamo mai escluso questa possibilità. Gli altri cantoni hanno già riaperto le scuole da alcune settimane e ci siamo confrontati con molti di loro. Hanno avuto dei casi anche le scuole d'oltre Gottardo. Ci siamo preparati a questa eventualità con dei precisi piani di protezione. L’aspetto rassicurante è che grazie a questi piani di protezione abbiamo evitato le quarantene di classe e abbiamo potuto isolare solo i casi individuali. Ciò vuol dire che i piani di protezione funzionano. Nessuno di noi si illudeva di avere zero contagi».
L'aumento dei contagi - Intanto i casi continuano a crescere. Pochi in Ticino (cinque, quelli comunicati oggi), tantissimi in Svizzera (405). Troppi. È preoccupato dottor Merlani? «L’andamento della Svizzera non è inquietante come in altri paesi europei, ma potrebbe andare meglio. Il Consiglio federale ha sempre voluto avere l’obiettivo di stare sotto quota 100, ormai abbiamo superato 400. In Ticino stiamo meglio della media nazionale, ma non dobbiamo cantar vittoria e il resto della Confederazione deve seguire attentamente l’andamento».
E se la situazione dovesse peggiorare cosa succederà alle scuole? «I primi due casi ci indicano che il sistema è solido - ci dice Emanuele Berger - ma abbiamo pronti anche altri scenari che entrerebbero in azione solo se la pandemia sul piano cantonale dovesse aumentare. Ma questo lo deciderà il Consiglio di Stato insieme al medico cantonale».