Le risottate non bastano a salvare i carnevali. Il presidente di Nebiopoli lancia l'allarme, e delle proposte
CHIASSO - Con le risottate non si pagano gli affitti. Le nuove disposizioni cantonali sui carnevali – che vietano di fatto i cortei – preoccupano le guggen e i gruppi carnascialeschi, grandi e piccoli, sparsi per il Ticino.
«La situazione è pesante specie per alcune piccole realtà. Potrebbero non sopravvivere all'inverno». A lanciare l'allarme è il presidente di Nebiopoli Alessandro Gazzani, che nei giorni scorsi ha incontrato i "cugini" degli altri carnevali. Ieri sera a Chiasso si è tenuto un incontro tra le organizzazioni del Mendrisiotto.
Gazzani non ci gira attorno: «La fase è critica. Stiamo discutendo sul da farsi perché il rischio è che, senza i cortei, alcune associazioni muoiano perché non riescono a far fronte alle spese fisse». Il gruppo di lavoro Carnevali ticinesi sta raccogliendo i casi più a rischio, per attivare eventuali salvagenti. «In questo momento difficile bisogna essere uniti e superare le divisioni. Abbiamo già tirato fuori uno spirito collaborativo che dobbiamo mantenere anche per il futuro».
Il carnevale Nebiopoli non sarebbe in difficoltà. «Grazie al raccolto dell'ultima edizione, abbiamo riserve a sufficienza per tenere duro» assicura Gazzani. A soffrire di più sono le casse del carnevale di Tesserete (un rosso di 140mila franchi) e di Biasca (40mila). Ma soprattutto le micro-associazioni dei singoli carri, le guggen. «Sono realtà importantissime e sarebbe un peccato perderne alcune per strada». Tra le idee sul tavolo c'è quella di organizzare un "carnevalino" estivo. «Uno o più eventi di raccolta fondi, in forma carnascialesca ma nella stagione calda» propone Gazzani. «Potrebbe essere una soluzione temporanea». E anche una bella burla al Covid.