Secondo Giangiorgio Gargantini: «I controlli alle frontiere sono inutili e funzionali solo a scopo politico»
Il sindacalista invoca quindi un maggior scambio di informazioni tra Ticino e Italia, «nell'interesse comune»
LUGANO - «Non dico che debba essere comunicato sui media ogni volta che ci sono casi in azienda o al lavoro, ma i colleghi dovrebbero essere informati». Così Giangiorgio Gargantini di Unia, in merito all'attuale situazione pandemica in Ticino.
«Ciò - spiega il sindacalista ai microfoni di Radio Ticino -, per una corretta protezione sanitaria e anche per la salvaguardia del sistema economico-sociale deve esserci una comunicazione trasparente, corretta, perché tutti possano proteggersi e reagire adeguatamente».
Per Gargantini vi è una scarsa comunicazione anche tra il nostro cantone e le Aziende sanitarie locali italiane. «Temiamo - sottolinea - che questo canale non sia sufficientemente performante, ci vuole uno scambio di informazioni in merito ai contagi».
Il sindacalista non lesina critiche in merito alla decisione del Governo (anticipata ieri in conferenza stampa) di chiedere dei controlli alle frontiere: «Decisione assolutamente inutile, funzionale a un certo posizionamento politico, ma che non servirebbe a niente in termini di controllo del contagio». «Quello che deve funzionare - conclude Gargantini - è il famoso contact tracing, che non deve fermarsi alla frontiera. Deve esserci uno scambio di informazioni. Da una parte e dall'altra, nell'interesse comune».