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BELLINZONAIl coronavirus entra in un reparto del San Giovanni

12.11.20 - 16:22
Sette pazienti e nove dipendenti di Medicina 2 sono risultati positivi al tampone.
Tipress (archivio)
Il coronavirus entra in un reparto del San Giovanni
Sette pazienti e nove dipendenti di Medicina 2 sono risultati positivi al tampone.
Il portavoce dell'EOC Mariano Masserini: «Tutte le persone coinvolte hanno potuto usufruire degli approfondimenti e delle cure necessarie. Attualmente si sta procedendo alla sanificazione dell’intero reparto».

BELLINZONA - Un focolaio di Covid-19 è stato ravvisato negli ultimi due giorni nel reparto di Medicina 2 dell’Ospedale San Giovanni di Bellinzona. Stando a nostre informazioni sono più di una quindicina i casi di coronavirus accertati. Un numero, questo, che ci viene confermato dal portavoce dell'Ente Ospedaliero Cantonale Mariano Masserini. «Il contagio - precisa - ha coinvolto sette pazienti ricoverati e nove collaboratori».

Analisi ambientale - Il primo campanello d’allarme era suonato negli scorsi giorni quando una persona ha iniziato a manifestare alcuni sintomi sospetti. L'EOC ha quindi deciso di correre subito ai ripari. «Abbiamo avvisato tutti i pazienti coinvolti e le loro famiglie e abbiamo avviato un’indagine ambientale per rilevare gli eventuali contatti a rischio e le modalità del contagio», sottolinea il portavoce, aggiungendo che sono pure stati eseguiti i «necessari test di depistaggio».

Visite sospese - L'Ente ha pure deciso, come ulteriore misura precauzionale, di sospendere momentaneamente la possibilità di visita ai pazienti ricoverati. «Tutte le persone coinvolte hanno potuto usufruire degli approfondimenti e delle cure necessarie», rassicura Masserini. «Attualmente si sta procedendo alla sanificazione dell’intero reparto».

I protocolli - L'entrata del coronavirus in un ospedale è naturalmente una brutta notizia per l'Ente, che aveva predisposto un protocollo ad hoc per evitare che questo accadesse. «All'interno dell'EOC - ci spiega il portavoce - sono in vigore misure specifiche di protezione, quali la mascherina chirurgica obbligatoria, la corretta igiene delle mani, il triage per pazienti e visitatori, il distanziamento sociale laddove possibile, la continua sensibilizzazione del personale e dei pazienti».

Il rischio zero non esiste - Ma purtroppo il virus è riuscito comunque a penetrare all'interno del San Giovanni. «In un contesto in cui le infezioni tra la popolazione sono in aumento, non è possibile escludere a priori il rischio di contagio anche all’interno di una struttura ospedaliera», sottolinea il portavoce, facendo infine chiarezza anche per quanto riguarda i tamponi. «I test sono sempre effettuati in presenza di sintomi anche minori o di nozione di contatto a rischio come da indicazioni federali», conclude. «La diagnosi nei pazienti asintomatici è limitata a determinate categorie ad alto rischio». Una strategia questa che l'EOC rivaluta e adatta regolarmente in funzione dell’evoluzione dell'epidemia.

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