Claudio Isabella, dell'OCST, consiglia: «Rivolgetevi al Medico cantonale». Ci sono rischi anche a livello penale.
Il Sindacato coglie l'occasione per invitare i datori di lavoro a rispettare «scrupolosamente» le norme Covid
LUGANO - «Lavoro in ufficio con diverse persone, e una di queste è risultata positiva al Covid-19. Il nostro capo ha fatto finta di niente e noi continuiamo a lavorare. Sono preoccupato, non tanto per me stesso ma per i miei genitori, e le persone con le quali tutti i miei colleghi avranno contatti se non si mettono in isolamento. Ho anche paura a denunciare il fatto perché ovviamente al mio datore di lavoro darebbe fastidio e se non mi licenziasse sicuramente verrebbe a crearsi del disagio. Tutti sono spaventati ma non osano parlarne.»
Questa è solo una delle segnalazioni che è giunta in redazione sulla problematica di coronavirus e lavoro, e come ci conferma il Sindacato OCST, non è un caso isolato.
Come comportarsi? - Abbiamo interpellato a riguardo il Vicesegretario regionale dell'OCST Sopraceneri, Claudio Isabella, per chiedere delucidazioni sul comportamento da assumere in questi casi.
«Di principio tutti i blocchi (quarantene, isolamenti) li deve segnalare l'Ufficio del Medico Cantonale», ci spiega Isabella. «A dipendenza della distanza tra i dipendenti dell'ufficio, e del rispetto delle norme igieniche, è il Medico Cantonale a decidere chi debba essere messo in quarantena».
In effetti, il collaboratore positivo deve essere stato contattato dall'ufficio apposito, per dare i nominativi delle persone con cui è stato in contatto nelle 48 ore prima dell'apparizione dei primi sintomi.
Quarantena e isolamento - L'Ufficio del Medico Cantonale ha confermato il procedimento: «Quando una persona risulta positiva al coronavirus viene posta in isolamento».
In seguito, «il servizio di contact tracing determina, assieme alla persona stessa, i contatti stretti (per oltre 15 minuti a meno di 1,5 metri di distanza senza dispositivi di protezione), che dovranno essere posti in quarantena. Qualora le misure di prevenzione installate negli uffici non siano rispettate, è possibile che i colleghi del caso positivo vengano posti in quarantena».
Minacce e violazioni - La persona che ci ha mandato la segnalazione indica però che «potrebbe aver fornito indicazioni parziali, per non indispettire il capo». Un qualcosa di inaccettabile secondo il sindacato OCST, il quale rende noto che il problema, in diverse sfaccettature, è noto. «Mal si comprende la ragione per cui numerose persone ci telefonano dichiarando di essere state minacciate di licenziamento se non si presentano al lavoro pur positivi al Covid o in quarantena» si legge in una dichiarazione pubblicata ieri dal sindacato.
«È inoltre poco chiaro il motivo per cui un datore di lavoro dovrebbe mettere a rischio la salute pubblica e la possibilità stessa di proseguire la propria attività, dal momento che per l’assenza dei dipendenti in caso di quarantena si riceve l’indennità Covid, e la malattia, come di consueto, è coperta dalle assicurazioni competenti», spiegano poi dall'OCST.
Isabella ribadisce che è anche una questione di responsabilità civile: «Credo che i datori di lavoro debbano fare la loro parte ed essere a loro volta responsabili così da evitare l’incremento del numero dei contagi e quindi delle restrizioni ancora maggiori che poi si ripercuotono anche sulle attività economiche».
Problemi dal punto di vista penale - Inoltre, informa il Sindacato, «Imporre la presenza di persone contagiate sul posto di lavoro significa commettere un atto punibile dal punto di vista penale».
Un pericolo che riguarda anche i dipendenti: «È importante rendere attenti le lavoratrici e i lavoratori che lasciando il proprio domicilio pur avendo ricevuto un’intimazione di quarantena commettono anch’essi un’azione punibile dal punto di vista penale. Se quindi c’è un momento nel quale è opportuno rifiutarsi di ossequiare a richieste assurde, è questo» segnala l'OCST.
Rispettare le norme - Isabella, e tutto il Sindacato, colgono l'occasione per invitare i datori di lavoro a rispettare «scrupolosamente» le norme covid, «a protezione della salute delle lavoratrici e dei lavoratori».
Infine, si ricorda ai dipendenti che «qualsiasi licenziamento motivato dall'assenza da lavoro per una quarantena è da considerarsi abusivo, e che hanno il sacrosanto diritto di chiedere il rispetto rigoroso dell'isolamento di chi è positivo al virus o entrato in contatto con esso».
Il consiglio ai lavoratori in questione, in questo caso, è quello di rivolgersi al Medico cantonale. D'altronde, «la salute viene prima di tutto», conclude Isabella.