L’ex calciatore professionista Fulvio Sulmoni lo ha avuto. E ne parla serenamente: «Fondamentale la prevenzione».
Nell’ultimo decennio le diagnosi per un tumore alle parti intime maschili sono cresciute di circa il 2%. «E non abbiamo una spiegazione scientifica», spiega l’oncologa Ursula Vogl.
LUGANO - Nel suo libro (“Piacere di averti conosciuto”, in libreria da qualche mese) ne parla senza alcun tabù. Fulvio Sulmoni, classe 1986, ex calciatore professionista, una delle bandiere del Lugano targato Renzetti, ha avuto un tumore ai testicoli. La diagnosi, a luglio del 2018. Poi, a maggio di quest’anno, una ricaduta. «Psicologicamente ancora più dura da digerire rispetto alla diagnosi stessa».
La questione psicologica – La testimonianza di Sulmoni è importante, soprattutto in un contesto in cui si parla ancora troppo poco di queste tematiche. Lo conferma la dottoressa Ursula Vogl, oncologa presso l’Istituto Oncologico della Svizzera italiana (IOSI). «Spesso, almeno inizialmente, l’uomo che riceve una diagnosi di tumore alle parti intime resta bloccato psicologicamente. Non solo per il tumore stesso, ma anche per la zona che coinvolge».
Il peso della vita sessuale – Forse c’è la paura di perdere la propria virilità? «Sì, spesso c’è proprio questa paura, in particolare per i pazienti più giovani, che danno tanto peso alla vita sessuale. Ecco perché per i tumori ai testicoli, come per quelli alla prostata, prevediamo un importante accompagnamento psicologico. È fondamentale, inoltre, condividere eventuali preoccupazioni anche con il proprio partner o con i famigliari. Non bisogna restare chiusi in sé stessi».
Le funzioni rimangono – In Svizzera il tumore ai testicoli colpisce circa 470 persone all’anno (Fonte: Krebsliga Schweiz 2012-2016, NICER), di cui circa il 5% nel Ticino e nelle valli del Grigioni italiano. Si tratta soprattutto di under 40. Sulmoni racconta la sua Odissea. «Personalmente non ho mai avuto paura di perdere la virilità. Avere un cancro alle parti intime non è un disonore. È importante sapere che anche se ti rimuovono uno dei due testicoli, tutte le tue funzioni rimangono».
Le sedute di chemioterapia – Il problema è che un tumore è sempre un tumore. Anche se è tra i più curabili. «Le statistiche dicono che c’è solo un 14% di probabilità di recidiva. Io sono rientrato proprio in quella percentuale. La scorsa primavera mi sono dovuto sottoporre a cicli di chemioterapia, si tratta di cure invasive, non è stato facile».
Aumentano le diagnosi – Nell’ultimo decennio le diagnosi per tumori nelle parti intime maschili (tumori testicolari) sono aumentate di circa il 2% in tutta la Svizzera. «Non abbiamo una spiegazione scientifica – fa notare Vogl –. C’è più sensibilità verso il tema, si fanno più screening. La gente è decisamente più attenta a simili questioni».
L’importanza della diagnosi precoce – «La cosa fondamentale – aggiunge Sulmoni – è la prevenzione. Ognuno di noi può controllarsi ogni tanto, magari sotto la doccia. Toccare e valutare se non ci siano percezioni strane, anomale. E poi consiglio a chiunque di fare una visita urologica ogni tanto. Costa poco o nulla. Più il cancro viene scoperto in anticipo, più può essere curato con tranquillità».
Il tumore alla prostata
Di gran lunga più frequente rispetto al tumore ai testicoli è il cancro alla prostata, che colpisce in particolare gli over 50. In Svizzera contiamo 6.100 casi all’anno, tra i 300 e i 400 casi nella Svizzera italiana. Il tumore alla prostata è curabile, la maggior parte delle persone supera la malattia, o ci convive. Anche se molto dipende dall’età del paziente (molti sono in età avanzata), dallo stadio della malattia e da altre patologie presenti. Se il tumore è locale, lo si cura con la prostatectomia o con la radioterapia. Può anche essere trattato in maniera farmacologica, in particolare nello stadio avanzato o metastatico.