Il presidente Attilio Fontana si è espresso sulla situazione lombarda: «Numeri migliori, ma non tranquillizzanti».
E sulla libertà di movimento di cui godono i frontalieri contrapposta ai divieti di ricongiungimento per i ticinesi precisa: «Essi godono di questa possibilità in base a norme italiane».
MILANO - Nonostante gli oltre 150'000 attualmente positivi al Covid-19, gli ospedali ormai saturi di posti letto, il personale medico esausto e in parte in quarantena, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana resta ottimista: «Non è ancora cominciata la discesa i numeri sono migliori ma non tranquillizzanti. Bisogna guardare al futuro con cautela. Da un punto di vista tecnico la Lombardia da venerdì prossimo potrebbe essere considerata zona arancione. Se miglioriamo ancora potremmo pretendere di uscire dalla zona rossa il prossimo 27 novembre», ha dichiarato il governatore durante una conferenza stampa via streaming con la Stampa Estera in Italia.
Fontana si è poi soffermato su future collaborazioni tra i due territori in ambito sanitario aggiungendo che per ora non c’è stata necessità di trasferimento di pazienti lombardi in Cantone Ticino in quanto il sistema lombardo ha saputo reggere all’ondata e dare una risposta alle necessità. E sull’ipotesi di precettare personale sanitario lombardo transfrontaliero si è espresso così: «È una possibilità che potrebbe essere presa in considerazione anche se, credo, si creerebbero dei problemi con la Confederazione che dovrebbero essere risolti prima a livello politico per essere affrontati poi da un punto di vista tecnico. Ma senza la disponibilità della Confederazione credo che si rischierebbe di fare un danno a un servizio essenziale come quello della salute del Cantone Ticino».
Poi il governatore si è soffermato sulla questione dei frontalieri. Alla domanda di tio.ch/20 minuti sulla libertà di movimento di cui godono 70'000 lavoratori lombardi contrapposta al divieto di molti ticinesi di ricongiungersi coi propri cari oltreconfine, ha risposto che «i frontalieri beneficiano di questa possibilità in base a norme italiane» e da parte del Ticino non ci sono norme restrittive sui loro spostamenti aggiungendo che «sono lavoratori fondamentali per l’economia della Lombardia ma anche per quella del Ticino e nel rispetto delle reciproche norme credo che non si debbano ravvisare dei motivi di preoccupazione».
Infine, ancora su sollecitazione di tio.ch/20 minuti, il governatore ha fatto una chiosa sull’accordo dei lavoratori frontalieri che potrebbe essere firmato a breve dai due paesi. «I ristorni sono una questione molto importante per i nostri comuni al quale il nostro governo deve guardare con attenzione nel momento in cui si dovesse raggiungere un accordo che vada nella direzione di eliminarli. I ristorni sono fondamentali per garantire quei servizi che i frontalieri riescono ad avere dai comuni e se aboliti dovranno essere sostituiti da contributi nazionali del nostro governo».