Per Mateo Bosnjak il noto videogioco calcistico è più di una semplice passione.
Grazie a ore e ore di pratica (e studio), in Ticino ha sbaragliato la concorrenza. E adesso sogna in grande.
RIVA SAN VITALE - C’è chi usa la console saltuariamente per trascorrere qualche momento spensierato e chi invece la usa praticamente tutti i giorni, dando vita a vere e proprie sfide agonistiche. Di questa seconda categoria fa parte Mateo Bosnjak, un giovane momò per il quale Fifa, il noto videogioco calcistico, è qualcosa di più di una semplice passione.
Ore e ore davanti allo schermo - Una dedizione che lo porta evidentemente a trascorrere parecchie ore con la manopola in mano. «Cerco di non esagerare e difficilmente vado oltre le quattro ore di gioco al giorno», spiega il 24enne di Riva San Vitale. Anche perché non è facile mantenere sempre lo stesso livello quando giochi per troppo tempo. «Fortunatamente sono abituato a trascorrere tante ore davanti a uno schermo e non mi pesa».
Lo studio oltre al gioco - Oltre alle sfide, gli allenamenti consistono in uno studio quasi maniacale del gioco e degli avversari: «Quella è la parte più importante - sottolinea -, perché ogni anno il gioca cambia e capirne le meccaniche è fondamentale. E non sempre le capisci tu, ma le vedi dagli altri. Per questo parte del tempo viene dedicato a guardare le partite dei giocatori più bravi. Per imparare determinate cose ci è voluto più di un anno».
Un sogno chiamato professionismo - I suoi genitori gli hanno sempre detto di “pensare alle cose più importanti” - nonostante tutto si è appena laureato in architettura - ma dalle parole di Mateo (nome utente Teo_Boz) si capisce chiaramente quale sia il suo sogno: diventare un giocatore professionista di quello che è ormai diventato a tutti gli effetti uno sport. Non a caso si sta considerando la possibilità di vedere competizioni di questo tipo ai Giochi Olimpici di Parigi del 2024.
Il divertimento non basta - E per raggiungerlo, il divertimento non è sufficiente. Certo, provare piacere nel fare qualcosa è basilare, ma servono anche concentrazione, ambizione e consapevolezza nei propri mezzi. Che a Mateo non mancano. «Non voglio sembrare arrogante, ma sono pochi i giocatori che guardano il gioco come lo guardo io. Tutti pensano a divertirsi e pochi guardano il lato competitivo come faccio io. E di conseguenza perdono, perché non si dedicano al gioco come me».
Da Riva San Vitale all'Europa - In Ticino ha sbaragliato la concorrenza in ognuno dei tornei a cui ha partecipato, senza mai perdere un solo incontro. Nelle scorse settimane Mateo ha preso parte al suo primo torneo nazionale ufficiale (Credit Suisse e-Arena) conquistando il secondo posto. Un ottimo risultato che gli ha dato ancor più la consapevolezza di non essere un semplice giocatore amatoriale. E che gli ha aperto le porte ad alcune competizioni che si disputano fra i migliori giocatori d'Europa.