Doppio binario, riesame ogni 5 anni. I contenuti del testo firmato oggi a Roma
BERNA/ROMA - Dopo anni di discussioni, polemiche e rinvii, il nuovo accordo tra la Svizzera e l'Italia sull'imposizione dei frontalieri è stato firmato oggi a Roma dalla Segretaria di Stato per le questioni finanziarie internazionali, Daniela Stoffel, e dal viceministro italiano dell'economia e delle finanze, Antonio Misiani.
La nuova intesa - alla cui negoziazione hanno partecipato anche le autorità ticinesi, vallesane e grigionesi nonché le organizzazioni sindacali e l'Associazione dei comuni italiani di frontiera - si applicherà solo ai "nuovi frontalieri", ossia coloro che giungeranno in Ticino per lavorare a partire dal momento dell'entrata in vigore dell'accordo dopo la ratifica dei rispettivi parlamenti.
Riesame ogni 5 anni
L'intesa, precisa una nota odierna della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali, sarà sottoposta a riesame ogni cinque anni. Inoltre, una clausola dispone che siano previste consultazioni ed eventuali adeguamenti periodici in materia di lavoro agile/telelavoro.
Parafato cinque anni fa, l'accordo è stato in parte affinato vista l'impossibilità di firmare il testo così come uscito dalle prime trattative (forti resistenze erano state espresse in particolare dai Comuni italiani di confine e dai sindacati, n.d.r)
I principali cambiamenti
Rispetto al regime odierno di imposta alla fonte, in futuro l'imposta che la Svizzera applicherà sul reddito da lavoro dipendente per i nuovi frontalieri passerà all'80%, contro il 70% previsto inizialmente nel progetto di accordo parafato nel 2015.
I nuovi frontalieri saranno assoggettati ad imposizione in via ordinaria anche nello Stato di residenza, che eliminerà la doppia imposizione. Coloro i quali entrano nel mercato del lavoro come frontalieri a partire dalla data di entrata in vigore dell'accordo saranno considerati come "nuovi frontalieri".
Regime transitorio
Stando all'intesa tra Roma e Berna, coloro i quali lavorano o hanno lavorato nei Cantoni dei Grigioni, del Ticino o del Vallese nel periodo compreso tra il 31 dicembre 2018 e la data di entrata in vigore del nuovo accordo saranno considerati "attuali frontalieri".
Costoro continueranno a essere assoggettati ad imposizione esclusivamente nella Confederazione. La Svizzera verserà fino alla fine del 2033 una compensazione finanziaria a favore dei Comuni italiani di confine pari al 40% dell'imposta alla fonte prelevata dalla Svizzera. Dopo questa data, la Svizzera conserverà la totalità del gettito fiscale.
Nuovo frontaliere e clausola antiabuso
Sempre secondo l'accordo, in futuro il "lavoratore frontaliere" includerà coloro che risiedono entro 20 km dalla frontiera e che, in linea di massima, rientrano ogni giorno al loro domicilio. Tale nuova definizione si applica a tutti i frontalieri (nuovi e attuali) a partire dall'entrata in vigore dell'accordo.
Il nuovo accordo contiene una disposizione finalizzata a impedire i potenziali casi di abuso in relazione allo status di "attuale frontaliere".