Nel 2019/20 il Cantone ha erogato assegni e prestiti di studio per 21 milioni di franchi
Da qualche anno le domande respinte prevalgono su quelle accolte. «Gli aiuti sono diventati più mirati, a vantaggio di chi più ha bisogno» spiega il capo dell'Ufficio degli aiuti allo studio
BELLINZONA - Ogni giorno, in media, quattordici giovani in Ticino chiedono al Cantone un aiuto finanziario per studiare. La risposta è una spinta alla formazione da 21 milioni di franchi. Questa la cifra complessiva accordata dallo Stato per l’anno scolastico 2019/20 agli studenti sotto forma di borse e prestiti di studio. Dai dati appena trasmessi all’Ufficio cantonale di statistica, spicca l’elevato numero di domande respinte: 3.388 a fronte di 2.634 domande accolte. Si tratta, va chiarito subito, di una tendenza ormai in corso da tempo. Occorre infatti tornare indietro di quasi dieci anni per trovare più esiti positivi che negativi.
Il sostegno è più mirato - La ragione di questo alto tasso di richieste bocciate non dipende tanto da una severità accresciuta in chi decide, ma da un differente approccio all’aiuto: «È ormai una tendenza in atto dal 2012/13, da quando cioè - spiega Piero Locarnini, capo dell’Ufficio degli aiuti allo studio (Uast) - è cambiato il sistema di calcolo, passando dal reddito imponibile al reddito disponibile. Gli aiuti sono diventati così più mirati, a vantaggio di chi più ha bisogno».
Chi sono i beneficiari - Per beneficiare delle borse di studio conta infatti la situazione di reddito familiare dello studente. Ma influisce ovviamente anche il costo della formazione. Ecco allora che «quasi l’80% del credito erogato va a sostenere formazioni di grado terziario. Ossia - prosegue il capoufficio - a università, scuole universitarie professionali e scuole specializzate superiori». La cifra maggiore, 6,19 milioni sui 21 stanziati, è stata accordata agli studenti universitari, seguono distanziate le università livello master (2,24 milioni), la scuola universitaria professionale (1,6 milioni), giù giù fino ai 22’299 franchi per la formazione agricola. Un conto è infatti il montante complessivo, un altro l’importo medio dell’assegno che varia a seconda del numero delle richieste. La statistica per valore medio dell’assegno vede in testa le scuole medie con un importo medio di 10’663 franchi.
L'assegno prevale sul prestito - Infine, tasto altrettanto delicato per lo studente che poi questi soldi li dovrà restituire, c’è la ripartizione dell’aiuto: nettamente più gettonata è la via del sostegno attraverso borse a fondo perso (ma guadagnato come investimento nella formazione dei cittadini). Sempre sul totale di 21 milioni, le borse di studio raggiungono la cifra di 18 milioni, contro 3 milioni in prestiti di studio. Ancora Locarnini su questo aspetto: «La borsa di studio copre di regola la differenza tra costi di formazione e disponibile della famiglia. Da due anni il tetto massimo per la borsa di studio è stato portato da 16mila a 20mila franchi. Un fabbisogno ulteriore può essere coperto attraverso il prestito. Ci sono poi i casi di chi, magari perché ha cambiato percorso scolastico, non ha più diritto alla borsa ma al prestito. Negli ultimi due anni vengono inoltre stanziati dei prestiti provvisori per chi ha un reddito che non corrisponde più a quello utilizzato per i nostri calcoli (la tassazione di tre anni prima, ndr). Un prestito che può diventare borsa quando il reddito più basso è confermato».