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BELLINZONAUna voce fuori dal coro: «Noi, sorpresi dal take away»

21.02.21 - 21:03
Non tutti offrono cibo da asporto, perché a volte “non conviene”. Lo chef del ristorante-enoteca MoAn si è reinventato
chef Salvo Sanfilippo - MoAn Bellinzona
Una voce fuori dal coro: «Noi, sorpresi dal take away»
Non tutti offrono cibo da asporto, perché a volte “non conviene”. Lo chef del ristorante-enoteca MoAn si è reinventato
Massimo Suter: «Ogni situazione di crisi può essere occasione di crescita e opportunità». Anche la rassegna “cazzoeula da asporto” è stata un successo.

BELLINZONA - Bar e ristoranti sono tra le attività chiuse durante la fase di parziale lockdown per la seconda ondata di coronavirus. E di riaprire non se ne parla neppure per tutto il mese di marzo. È tanta l'amarezza e cresce la preoccupazione per il futuro. Ma dai momenti difficili si può imparare qualcosa. «I periodi di crisi portano sempre degli aspetti anche positivi, come il reinventarsi». Ne è convinto Massimo Suter, presidente di GastroTicino. E quest'anno ha permesso ai ristoratori con un minimo di nozioni imprenditoriali di porsi delle domande e trovare (nuove) strategie, come il take away, un modo per ridurre le perdite e restare vicini alla clientela.

Take away e delivery, non è così semplice - Sono oltre 200 i ristoranti che hanno aderito al concorso promosso da Ticino Turismo per sostenere la ristorazione locale, annunciandosi su viviiltuoticino.ch. «È ovvio che non risolve i problemi economici, ma quantomeno fa vedere agli avventori che il locale è attivo e li aspetta alla riapertura», commenta Alessandro Pesce, portavoce di GastroTicino. In realtà non tutti offrono cibo da asporto, tantomeno il servizio di delivery. «Probabilmente le tariffe di consegna dalla città alla periferia sono molto più alte e non conviene - aggiunge -. Sicuramente il take away ha più successo. Anche se si fa più per tenersi vicini i clienti che non come guadagno (non si mangia l'antipasto né il dolce, non ci sono le bevande). È un aiuto sia psicologico che di immagine».

«Avremmo riempito quasi tre volte il ristorante» - Anche chi non ha mai pensato al cibo d'asporto ha dovuto reinventarsi. Tra questi, il ristorante-enoteca MoAn (ex Mistral) di Bellinzona, che nel buio della situazione intende mandare un messaggio positivo. «Da quando abbiamo dovuto chiudere completamente, il 22 dicembre, non abbiamo offerto il servizio da asporto, perché essendo un ristorante gastronomico sarebbe stato difficile mettere in un contenitore di plastica un piatto gourmet - spiega lo chef, Salvo Sanfilippo -. Ma le richieste non sono mancate». Così, il team ha deciso di offrire un menù per il fine settimana del 13 e 14 febbraio, sfruttando la giornata di San Valentino. E la sorpresa è stata più che piacevole: «Abbiamo avuto tante riservazioni da poter riempire quasi tre volte il ristorante. Noi abbiamo una trentina di coperti. Con le restrizioni nell’ultimo periodo ne avevamo qualcuno in meno, 23-24. Per il weekend appena trascorso abbiamo ricevuto una settantina di comande».

Perché no? - Segno che la gente ha voglia di normalità. E, forse, è cambiato anche l’approccio nei confronti del take away. Pure nel comfort della propria casa, a lume di candela, è possibile gustare le prelibatezze di uno chef. Prestando magari attenzione all’impiattamento. «Per noi si è trattata di una cosa davvero singolare. Che ci ha regalato il sorriso», ammette lo chef. Perché, allora, non proseguire? «Abbiamo deciso di continuare su questa strada, per il momento. Introducendo delle proposte un pochino più “popolari”, ma restando fedeli alla nostra filosofia».

Dalla crisi all'opportunità - «Se ci si rende conto che qualcosa di diverso funziona, non è detto che questo concetto non abbia ancora ragione di esistere in futuro - conclude dal canto suo Massimo Suter -. Non mi sorprende, anzi mi fa piacere, perché è il risultato di un ragionamento molto serio e pragmatico, ma soprattutto la risposta all’utenza che si è mostrata presente». E se la paura è nemica della vita, meglio pensare a reinventarsi e stare al passo con i tempi. «Che la crisi sia anche occasione di crescita e opportunità. In questo caso hanno sfruttato San Valentino per lanciare un messaggio, ottendendo una risposta al di sopra delle aspettative. Che affinino il metodo, ad aggiungere qualche take away ai coperti c'è solo da guadagnare».

Carpe diem, allora. E chissà che dal periodo negativo, non possano nascere anche situazioni dal risvolto inaspettato.

Un successo

GastroTicino (con Ticino a Tavola) ha organizzato da mercoledì 27 gennaio a domenica 7 febbraio la prima rassegna gastronomica da asporto che sostituisce la “Settimana ticinese della Cazzoeula nei giorni della merla”. Ed è stato un successo. «I quindici ristoranti aderenti hanno venduto 2’070 porzioni di cazzoeula - riferisce Pesce -, oltre a chi ha incluso nel menù anche trippa e busecca. Qualcuno, anche in questo caso, ha venduto più porzioni dei coperti che avrebbe avuto nel locale».
E, visto il successo, GastroTicino in collaborazione con Rapelli organizzerà la consueta rassegna della luganighetta. Si svolgerà dal 12 aprile al 2 maggio. E se le restrizioni prevedessero malauguratamente ancora la chiusura (seppure parziale) della ristorazione? «La settima edizione si farà, in segno del “ripartiamo insieme”. Anche da asporto, se necessario».

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