I nuovi paletti per chi studia all'estero introdotti a Berna nel 2018, ma in Ticino lo si è scoperto da poco
L'Orientamento scolastico critico con la Commissione federale delle professioni psicologiche: «La loro decisione andava comunicata. Se l'avessimo saputo avremmo reso attenti i giovani. Ora cerchiamo di fermare chi sta facendo il Bachelor»
BELLINZONA - Uno psicodramma scolastico reso noto ieri dal DECS, ma che in realtà nasce da una decisione presa nel giugno del 2018 dalla Commissione federale delle professioni psicologiche (PsiCo). Quasi tre anni fa la PsiCo decise infatti di cambiare le regole per il riconoscimento dei diplomi universitari conseguiti all’estero. Un cambiamento che per un ticinese che studia psicologia in Italia comporta ora due ostacoli aggiuntivi di non poco conto: lo svolgimento di una pratica clinica in strutture italiane e il superamento dell’esame di Stato.
Ignari di tutto - Il guaio è che tra la decisione del 2018 e la scoperta, in Ticino, di ciò che era cambiato sono passati anni e diversi giovani hanno iniziato gli studi universitari in Italia ignari di tutto. «Il problema è proprio che nessuno lo sapeva. Anche noi lo abbiamo appreso solo la scorsa estate da alcuni studenti che sono venuti da noi scornatissimi - spiega Rita Beltrami, capo dell’Ufficio dell’orientamento scolastico e professionale -. Addirittura qualche giovane era stato tranquillizzato dalla stessa PsiCo. A rendere più problematica la decisione è il fatto che non è stata prevista una fase transitoria».
I "nuovi" ostacoli - Scornati, gli studenti in psicologia, non solo perché gli studi in questo modo si allungano: «La logica della Commissione federale ci può stare. Nel senso che il titolo viene equiparato dal momento che il giovane o la giovane possono esercitare nella nazione dove hanno studiato. Ma per esercitare psicologia in Italia - dice Beltrami - uno deve farsi la pratica e quindi trovare una struttura. Ricerca certo non facile. E in più deve fare l’esame di Stato». Al riguardo, circola anche voce secondo cui chi ormai ha concluso gli studi dovrebbe (usiamo il condizionale) avere la residenza in Italia per sostenere tale esame.
Da perderci la testa - Ma in definitiva l’errore, il peccato originale dove sta? «La decisione della PsiCo andava comunicata. Se l’avessimo saputo avremmo reso attente le persone che venivano da noi in consulenza. È quello che stiamo facendo ora, cercando di fermare quelli che stanno facendo il Bachelor. Dicendo loro di valutare se poi tornare a fare il Master in Svizzera». Capitolo ancora più spinoso è quello di chi sta facendo il Master o lo ha concluso. Sul fatto, infine, che si possa strappare a Berna una sospensione per il Ticino della decisione presa tre anni fa, Beltrami è poco ottimista: «Ho scritto alla PsiCo una lettera in settembre e mi hanno risposto solo in febbraio. È nella risposta c’era poco margine».