L'obbligo di mascherina non sembra passare in città e il sindaco Marco Borradori lancia un invito per Pasqua
«L'obiettivo non sarà certamente quello di multare, ma vorremmo essere più proattivi. Godiamoci le prossime giornate, ma nel rispetto reciproco»
LUGANO - Questa veduta fotografica di piazza Cioccaro fissa, come in un quadro del Canaletto, un momento di rilassata vita cittadina del tempo che fu. A osservarla se ne rimpiange la serena convivialità. Quando nelle prime serate primaverili, artificiosamente allungate dall’ora legale, la gente soleva amabilmente intrattenersi per le vie del centro, parlottando fitto fitto, faccia a faccia… "sans soucis, sans problèmes".
Una vita fa, verrebbe da dire. Il guaio è che questa foto è stata scattata alle 18.50 di mercoledì 31 marzo 2021. E ieri sera, alla stessa ora, la medesima scena, salvo l'apparire di un cartello a centro piazza che impone l'obbligo - inascoltato - di mascherina. E se per ora l’obbligo assoluto introdotto dal Municipio concerne esplicitamente i prossimi due weekend e l’intera settimana pasquale in stazione, nel centro storico e sul lungolago, il buonsenso e Berna in questo caso vanno di pari passo. Dicono che il virus non circola solo nei fine settimana e dicono anche che la mascherina è sempre obbligatoria se non può essere mantenuta la distanza di 1,5 metri da altre persone.
Si rischia di passare per impiccioni e moralisti, ma la posta in gioco è troppo alta. E allora chiediamo al sindaco di Lugano se una situazione del genere lo preoccupa in vista dei prossimi giorni. «Oggi (ieri, ndr) abbiamo discusso molto in Municipio degli assembramenti - risponde Marco Borradori -. Siamo molto attenti alla situazione che si sta creando, più che essere preoccupati. Vorremmo poter interloquire con la popolazione. Abbiamo una parte di cittadini che ha timori dal profilo sanitario e si attiene alle regole, e un'altra parte che per vari motivi le rispetta un po' meno. Noi, come autorità, non vogliamo passare per cattivi, ma semplicemente creare le condizioni per cui tutti possano godersi in tranquillità la vita all'aria aperta. Crediamo che con l'avvicinarsi della Pasqua e l'arrivo atteso di molti turisti sia molto importante - e in fondo non si chiede moltissimo - mantenere le distanze, non stare in assembramenti di più di 15 persone e, dove non si riesce a spaziarsi, mettere la mascherina».
La polizia sarà impegnata nel farne rispettare l’obbligo. Quale sarà l’approccio?
«L'obiettivo non sarà certamente quello di multare, ma di sensibilizzare. Vorremmo essere più proattivi e anticipatori. Chiaramente se una pattuglia si trova davanti a duecento persone senza mascherina diventa un po' difficile intervenire. La polizia cercherà di anticipare gli assembramenti nei luoghi che conosciamo bene».
Su un fronte un po' più caldo, la Città ha appena deciso di rafforzare nel weekend i controlli di polizia, introducendo il divieto di portare oggetti pericolosi, come bottiglie di vetro, alla Foce. Sembrano quasi misure preventive da hooligan allo stadio...
«Il fatto è che come autorità siamo confrontati con due tipologie sociologiche che richiedono misure differenti. Ci sono i quarantenni e cinquantenni che hanno piacere di ritrovarsi in piazza e poi ci sono i "giovani della Foce", che la scorsa settimana erano tanti ma tutto sommato sono rimasti tranquilli. Sara una Pasqua, se non preoccupante, di grande attenzione da parte di tutti. Autorità e cittadini».
Che invito rivolge a turisti e residenti?
«Il mio invito è quello di goderci le belle giornate di sole che ci attendono. Ma rispettando chi, con buon diritto, può avere dei timori di tipo sanitario».