La proposta era stata lanciata da Matteo Salvini in occasione di un incontro con la stampa estera.
Non sembrano però esserci, in questo senso, aperture all'orizzonte. Il SIC: «La priorità alle fasce a rischio, ma in futuro la situazione sarà rivalutata»
BELLINZONA - La campagna vaccinale in Italia va a rilento. Proprio per questa ragione, in occasione di un incontro con la stampa estera, il segretario della Lega lombarda Matteo Salvini aveva auspicato che per i frontalieri italiani vi fosse la possibilità di vaccinarsi in Ticino.
Solo il personale sanitario - Una possibilità questa - come ci confermano dal Servizio dell’informazione e della comunicazione del Consiglio di Stato (SIC) -, non al vaglio, esclusione fatta (come noto) per il personale impiegato nella sanità.
«Le priorità definite dalla Confederazione, attualmente prevedono solo la vaccinazione dei lavoratori frontalieri attivi nel settore sanitario - viene precisato -. Il Ticino ha quindi proceduto in questo senso, vaccinando dapprima il personale attivo nelle case anziani e nei reparti Covid degli ospedali».
Secondo step a maggio - Il resto del personale sanitario, lavoratori frontalieri compresi, «sarà vaccinato nella prossima fase, presumibilmente a inizio maggio».
Ciò non vuol dire che la situazione non sarà rivalutata in futuro, ma per il momento non è in previsione la vaccinazione di chi il Ticino lo frequenta, seppur quotidianamente, solo per lavoro. «La priorità - spiega il SIC - è stata assegnata alle fasce di popolazione che rischiano un decorso grave della malattia. Per questo motivo la campagna di vaccinazione è iniziata dalle persone ad alto rischio: residenti delle case per anziani, "over80", "over75", persone con malattie ad alto rischio e ora "over65"».
Valutazioni future - «Dato che non esiste ancora evidenza scientifica che la vaccinazione impedisca la trasmissione del virus - viene aggiunto -, oggi appare corretto dare priorità alle persone vulnerabili. In futuro la situazione andrà rivalutata, anche in funzione delle nuove evidenze scientifiche, del grado di copertura della popolazione e della disponibilità di vaccini che oggi rimane comunque limitata».
Va detto, anche, che non tutti coloro che fino a ora hanno avuto accesso al vaccino ne hanno usufruito. «Nelle case per anziani - conclude il SIC -, la copertura vaccinale del personale sanitario è oggi superiore al 60%».