Lo studente Gionata Donati, 21enne di Lavizzara, ha creato una "miniera" a casa dei genitori
Il fenomeno criptovalute spopola in Ticino. Ma l'esperto Trivilini frena: «Chi pensa di cambiare vita in questo modo si illude»
LAVIZZARA - In una stanzetta a casa dei genitori di Gionata Donati, fra le montagne della Valle Maggia, ci sono tre grossi calcolatori immersi in una vasca piena di liquido verde. Lo studente 21enne li ha fatti venire dalla Cina, a gennaio. All'inizio la vasca non c'era: i tre "supercomputer" erano raffreddati da ventole rumorosissime. «Sembrava di stare in discoteca» racconta Gionata. I genitori si lamentavano, le bollette erano stratosferiche, e il giovane ha deciso di cambiare sistema. «Assieme a degli amici ho costruito questa vasca seguendo delle istruzioni sul web» spiega. «Il liquido è un prodotto chimico utilizzato abitualmente in ambito informatico».
La "miniera" realizzata dal 21enne a Lavizzara sembra distante anni luce dalle cave di granito sparse per la valle: ma il concetto in realtà non è molto diverso. I computer cinesi estraggono criptovalute dall'etere, e lo studente - al primo anno d'informatica alla Supsi - è in gergo un "minatore". «Queste macchine sono in grado di risolvere algoritmi a una velocità supersonica e con un consumo di energia relativamente basso» spiega il giovane: la bolletta della corrente ora si aggira sui 500 franchi al mese. Il compenso, circa 6mila franchi. Ma nei mesi scorsi il rendimento è arrivato - calcola Donati - fino a 15mila franchi al mese.
Nel mondo fluttuante delle monete virtuali bisogna abituarsi agli alti e bassi. A maggio il valore dei Bitcoin ha raggiunto livelli record, salvo crollare dopo i passi indietro di Elon Musk e il freno al trading imposto dalla Cina. Donati ha puntato su un'altra valuta, Ethereum, perché «il consumo di energia è molto inferiore». Le cose hanno girato bene: in cinque mesi il 21enne ha recuperato tutti i risparmi investiti nelle macchine (30mila franchi circa). Ma attenzione a montarsi la testa: «Il fenomeno è soggetto a fortissime speculazioni ed è bene fare molta attenzione» avverte l'esperto e docente Supsi Alessandro Trivilini. «Chi crede che basti acquistare criptovalute per cambiare vita è sulla strada sbagliata».
Il Ticino, secondo un'indagine del portale Cash, è tra i cantoni dove le monete digitali vanno più di monda in Svizzera, assieme alla Romandia e ai centri finanziari come Zugo e Zurigo. Le autorità da una parte hanno aperto delle porte: da ultimo il Granconsiglio ha deciso di accettare pagamenti d'imposte e multe con conio digitale. Dall'altra, osserva Trivilini, «a livello federale e internazionale si sta procedendo a introdurre un maggior controllo fiscale e normativo, con grosse incognite sui tempi e le modalità». Insomma agli avventurieri si raccomanda prudenza: la bolla potrebbe sgonfiarsi e Donati dal canto suo afferma di esserne consapevole. «Ora che sono rientrato dell'investimento - confessa - sono più tranquillo». Lo stesso vale per i suoi genitori, che «all'inizio erano abbastanza scettici».
In futuro, se il lavoretto da 6mila franchi al mese dovesse fruttarne "solo" 2mila «basterebbero comunque per pagarmi gli studi» spiega Gionata. «Il tutto senza muovermi di casa, in una zona dove il lavoro per i giovani scarseggia e in un momento difficile per l'economia». Insomma lo studente è soddisfatto. Con quello che avanza ha un sogno da realizzare: «Comperarmi un aliante». A 21 anni può permetterselo.