L'ultimo evento atmosferico ha lasciato il segno. L'esperto frena: «La corsa alla riparazione può comportare dei rischi»
Il presidente dell'associazione di Carrosserie suisse Ticino mette in guarda dalla fretta: «È un periodo di eventi estremi. L’assicurazione confrontata con due riparazioni da grandine nel giro di qualche settimana potrebbe decidere di prendere dei provvedimenti»
LUGANO - La grandine è uno degli eventi atmosferici più emotivi. Capace di far piangere chi coltiva vigna e ortaggi, ma anche di far sorridere i carrozzieri. Soprattutto dopo l’ultima tempestata di chicchi di ghiaccio che giovedì scorso ha mandato in frantumi parabrezza e martellato centinaia di veicoli, soprattutto in Capriasca.
Ma davvero eventi del genere sono una manna dal cielo per chi rimette a nuovo le vetture?
«Si pensa che lo siano, ma in realtà non sempre è così - risponde Damiano Crivelli, presidente di Carrosserie suisse Sezione Ticino, nonché titolare della Carrozzeria Gorla Sa di Castel San Pietro -. Soprattutto quando le vetture escono fortemente ammaccate, con deformazioni importanti sui cofani, fianchi e montanti, magari anche con vetri rotti. A quel punto scatta la corsa alla riparazione».
Quindi tutto bene, no?
«Per un settore come il nostro dove si riesce con difficoltà a fare un programma delle riparazioni sul lungo termine, e dove le carrozzerie si organizzano per il numero di veicoli che mediamente possono accogliere, eventi di questo genere possono letteralmente travolgerle. Soprattutto per l’onere amministrativo che questi grandi eventi eccezionali comportano, e poi per la difficoltà nello smaltire il gran numero di lavorazioni. Il carico in officina può agevolmente raddoppiare o perfino triplicare, senza dimenticare che quello estivo è un periodo nel quale anche i nostri collaboratori si godono le meritate vacanze ».
C’è quindi molta carta prima di passare al lavoro vero e proprio…
«Per ogni veicolo occorre fare la ricezione, dopodiché si passa alla consultazione con il cliente in base ai danni riscontrati, la verifica delle coperture con le assicurazioni e il coordinamento e organizzazione delle perizie, che in alcuni casi sono centralizzate presso dei veri e propri drive-in. Ciò può comportare anche un’attesa di alcune settimane per il proprietario dell’auto, che nel frattempo ha però il diritto di poter sostituire quelle parti danneggiate che sono necessarie a circolare con sicurezza (fanali, fari, vetri parabrezza, lunotti,...). La fase di ricezione è quindi molto importante e il tempo da dedicare a ogni singolo cliente non è trascurabile ».
Cos’altro deve sapere il cliente?
«Non tutti sono consapevoli che possono essere necessari parecchi giorni di lavoro quando ci sono così tante ammaccature e quindi non si possono soddisfare tutti i clienti assieme. Il mio consiglio è di non avere fretta, e di munirsi di una buona dose di pazienza, perché i carrozzieri non possono accontentare tutti nello stesso momento. Ma c’è poi un altro rischio ad accelerare i tempi».
Ossia?
«Non dimentichiamo che siamo in un periodo in cui le grandinate possono essere all’ordine del giorno. Nessuno vieta di riparare il veicolo il giorno successivo all’evento, ma è importante sapere che nel caso in cui succedesse una seconda volta, il cliente potrebbe mangiarsi le mani perché l’assicurazione confrontata con due riparazioni da grandine nel giro di qualche settimana potrebbe decidere di prendere dei provvedimenti, come per esempio applicare una franchigia contrattuale per l’anno seguente. La corsa alla riparazione non è quindi sempre ottimale».
Le vetture cambiano. La medesima grandinata nel 2021 causa più o meno danni di qualche decennio fa?
«Dipende dai modelli di auto. Ci sono, e si conoscono, determinate marche di veicoli che hanno dei lamierati più sottili, e che quindi possono rispondere diversamente alla stessa sollecitazione. Le auto pesano sempre meno per una maggiore efficienza energetica ed è chiaro che da qualche parte si vanno a limare i chili. Un lamierato più fine può comportare una lavorazione più onerosa, ma è importante sapere che anche le tecniche di riparazione sono cambiate e che negli anni hanno permesso di diminuire i costi».
Ma è corretto dire che un tempo si riparava di più, mentre oggi si cambia semplicemente il pezzo danneggiato?
«Dipende. Ci sono tecniche che per grandinate fino a un certo livello prevedono la riparazione senza neppure dover verniciare. L’abilità dei nostri artigiani è appunto questa. Con danni ingenti, come quelli capitati in Capriasca, è invece difficile che non si debba magari sostituire cofani e parafanghi, ma è pur sempre una questione di economicità della riparazione. Con una grandinata del genere vent’anni fa sarebbe probabilmente successa la stessa cosa. Visti tutti questi fattori, ritengo che i costi si allineino».
Quindi nessuna manna dal cielo per voi?
«Ci tengo solo a ribadire che i carrozzieri non si fregano le mani quando gli eventi sono così estremi. Un riparatore preferisce una grandinata molto più lieve per poter programmare le riparazioni su un periodo più lungo, e con meno pressione da parte dei proprietari, che giustamente sono disturbati dai danni ingenti presenti sui propri veicoli».