Il successo della serie tv "La Regina degli scacchi" non ha fatto aumentare il numero d'iscritti ai circoli ticinesi.
Nell'ultimo anno sono cresciuti i giocatori online, ma il mondo scacchistico resta prettamente maschile. «È un gioco aggressivo, le ragazze per indole sono più dolci», spiega il presidente della FSTI Rolando Caretti.
BELLINZONA - “La Regina degli scacchi” - serie tv uscita lo scorso anno - ha avuto un enorme successo anche a sud delle Alpi. Eppure non ha invogliato più di tanto i ticinesi ad iscriversi ai vari circoli scacchistici presenti sul nostro territorio. «Sicuramente ha fatto crescere l’interesse verso gli scacchi, ma gli eventuali nuovi giocatori si sono cimentati soprattutto online. A livello di club, perlomeno al momento attuale, il numero di iscritti non è cresciuto», commenta il presidente della Federazione scacchistica ticinese (FSTI) Rolando Caretti.
Lo schermo al posto delle scacchiere - Complice evidentemente la pandemia, che ha impedito l’organizzazione di tornei e ostacolato gli incontri fra le persone, nell’ultimo anno sono infatti le partite online a essere andate per la maggiore. A discapito delle classiche scacchiere e pedine. Non a caso anche la Federazione svizzera ha organizzato in rete il campionato nazionale a squadre, al quale ha partecipato anche un team ticinese. «Bisognerà capire se in futuro questi giocatori si iscriveranno nei club oppure no. Ma vista la predisposizione dei giovani al mondo virtuale, temo che non sarà così», si rammarica Caretti. E senza un ricambio generazionale, molti club rischiano di invecchiare e in seguito di scomparire.
Donne troppo poco aggressive - Essendo la protagonista della serie una donna, ci si poteva aspettare un maggior interesse proprio da parte del sesso femminile nei confronti di un gioco che da sempre è praticato in prevalenza da uomini. Ma così non è stato. «Purtroppo le ragazze faticano ad appassionarsi al nostro mondo - spiega il presidente della FSTI -. Lo noto anche quando faccio i doposcuola: qualcuna si iscrive, ma quando chiedo se sono interessate a proseguire in un club rinunciano». Contrariamente all'immaginario collettivo, «il gioco degli scacchi è abbastanza aggressivo e le ragazze sono per indole più dolci e meno battagliere», conclude Caretti.