Si moltiplicano i "rattoppi" nella galleria, il cui aspetto non sembra dei più rassicuranti.
L'Ustra tranquillizza i viaggiatori: «I lavori procedono e non ci sono da temere nuovi crolli. In futuro il tunnel non avrà questo aspetto»
LUGANO - Sono passati ormai oltre 4 anni (a giugno) eppure, complici i continui "rattoppi", si fa fatica a dimenticare il pomeriggio in cui una parete della Galleria del San Salvatore crollò letteralmente su un veicolo in transito. Fortunatamente senza tragiche conseguenze.
Come da programma, proseguono ad oggi i lavori per il consolidamento statico definitivo della galleria. Lavori che dovrebbero terminare nel 2023. Negli ultimi mesi, chi attraversa il tunnel ha visto spuntare dalla sue pareti tubi colorati, reti di vario tipo, fori, squarci e tutta una sorta di patchwork di teli di vario colore. Insomma, non il migliore degli spettacoli, specie se lo si paragona al contesto nel quale è inserito.
Tutto in ordine quindi? Lo abbiamo chiesto al Portavoce dell'Ustra, Eugenio Sapia, che fornisce parole rassicuranti: «I lavori notturni procedono come da programma. Le squadre di operai sono impegnate su più tratti, stanno eseguendo interventi differenti. Per questo motivo durante il giorno la galleria assume aspetti diversi a seconda del punto in cui si guarda».
E cosa sono quelle stoffe colorate comparse ultimamente?
«La strato di impermeabilizzazione si compone di diversi strati con funzioni differenti: le stuoie sono prodotte in più colori, così da evitare errori in fasi di posa. Per la precisione viene dapprima disposta nella parte bassa del paramento una banda di colore bianco/grigio per il convogliamento delle acque, poi si procede alla posa di un tessuto di separazione e drenaggio di colore bianco, poi uno strato impermeabilizzante di colore giallo ed infine uno di protezione di colore nero. Vengono inoltre eseguiti fori di drenaggio con relative canalette di raccordo e captazioni in calotta, sia provvisorie che definitive ed eseguiti lavori di fondazione del controanello lungo le banchine. Questi ultimi devono essere effettuati a tratti alternati per garantire sempre la stabilità della base della volta».
Alla fine l'errore di costruzione che ha portato a questo intervento qual è stato?
«Non si è trattato di un errore di costruzione. L’origine dei problemi attuali è da ricondurre all’esecuzione della galleria negli anni ’60. Venne costruita con le tecniche dell'epoca, quando non si disponeva di sufficienti conoscenze e tecnologie per garantire una lunga durata a un tunnel realizzato in un contesto idrogeologico complesso, come quello del San Salvatore. Quanto avvenuto nel giugno del 2017, con la rottura di un concio di rivestimento interno, è quindi da ricondurre ad un imprevisto geologico piuttosto che ad un errore di costruzione».
I lavori in corso che termineranno nel 2023 saranno definitivi?
«Potranno consentire di prolungare la durata di servizio della galleria sino all’orizzonte dell’intervento PoLuMe».
Esteticamente la canna verso nord non è un bel vedere. Non si teme che quella galleria possa risultare un cattivo biglietto da visita per il Ticino?
«Come noto, visto l’importante volume traffico quotidianamente presente, è necessario lavorare solo di notte, riaprendo la galleria ogni mattina. Si tratta di un vincolo di straordinaria complessità considerata la portata dei lavori attualmente in esecuzione. La galleria in lavorazione è tutt’altro che una infrastruttura in abbandono, bensì un interessante esempio di attività di costruzione in un contesto particolarmente difficile. Naturalmente non sarà così al termine dei lavori, saranno eseguite tutte le opere di finitura necessarie non solo all’estetica, ma anche ad un confortevole e sicuro attraversamento da parte degli utenti».
Le recenti piogge intense hanno peggiorato la situazione?
«No, grazie alla estesa rete di drenaggi già realizzati, i dati di registrazione delle pressioni sul rivestimento della galleria, che vengono eseguite in continuo da remoto, hanno confermato la stabilizzazione della situazione».