Il "piano Timbal" entra nel vivo. Ma il neo-direttore della Rsi assicura: «Sfruttiamo la fluttuazione naturale»
COMANO - Trentaquattro posti di lavoro da tagliare, ed è tutto. Almeno fino al 2024. Oggi la Rsi ha comunicato il piano di esuberi all'assemblea plenaria del personale, riunito a Comano per conoscere il proprio futuro. A livello nazionale la Sgr-Ssr ha annunciato 250 tagli, che in Ticino si traducono in 8 milioni di franchi da risparmiare.
La direzione ha passato al setaccio le ore di lavoro per effettuare «delle riduzioni trasversali che interesseranno nel complesso il 3 per cento della forza lavoro» con una logica «trasversale». I quadri subiranno invece una riduzione del 5 per cento. «Abbiamo analizzato a fondo i flussi produttivi per studiare un intervento che potesse garantire un equilibrio tra risorse e spesa» spiega a tio.ch/20minuti il direttore Mario Timbal. «Un equilibrio che ci metta al riparo dalle incertezze che da anni gravano sull'azienda».
Il "piano Timbal" prevede attualmente 6 licenziamenti su 35 esuberi. «Abbiamo assecondato il più possibile la fluttuazione normale del personale» che ha già comportato 11 prepensionamenti (inizialmente gli esuberi erano 45). Altre 28 posizioni verranno soppresse tra nuovi pensionamenti, pre-pensionamenti e partenze naturali. «Ma tutto questo non basta a far tornare i conti, ci sono posizioni che devono essere sostituite» spiega il direttore. «Abbiamo dovuto prevedere delle interruzioni di contratto per cui speriamo, comunque, di trovare delle soluzioni attraverso un colloquio costruttivo con le parti sociali».
La voce personale non è l'unica toccata. Anche l'offerta di programmi verrà «rimodulata» con uno «snellimento della produzione e la creazione di nuovi format» che toccherà in primo luogo l'area dell'intrattenimento. «I settori della cultura e dell'informazione richiedono un ragionamento più a lungo termine e quindi non verranno interessati inizialmente» spiega Timbal.
In generale per l'ex direttore operativo del Locarno Film Festival l'obiettivo era «raggiungere una stabilità nel medio termine» e può dirsi quasi raggiunto, almeno per i prossimi tre anni. «È chiaro che un peggioramento ulteriore delle condizioni quadro potrebbe richiedere nuove misure. Dipende dalle scelte della politica e dall'evoluzione del mondo dei media, che è sempre piu rapida» conclude il direttore. «Questo non dobbiamo nascondercelo».