Il direttore di Bellinzona Sport prende posizione sulla chiusura, per i Verdi, troppo precipitosa del Bagno pubblico.
«Ogni giorno di apertura costa 3'557 franchi, mentre la media degli incassi calcolata negli ultimi anni è di 348 franchi giornalieri», illustra Andrea Laffranchini.
BELLINZONA - «La flessibilità è proprio una nostra prerogativa». Andrea Laffranchini, direttore di Bellinzona Sport, è in disaccordo con chi sostiene che il Bagno pubblico della capitale sia stato chiuso in modo troppo affrettato. Sul tema, i Verdi ieri hanno presentato al Municipio un'interpellanza in cui chiedono lumi sulla «poca flessibilità» mostrata dal Comune viste le temperature ancora estive di questi giorni, sostenendo che la stagione balneare sarebbe potuta proseguire anche oltre il 5 settembre.
Costi troppo superiori agli incassi - «Per noi flessibilità significa distribuire in modo proporzionato e socialmente corretto le molte risorse che la Città di Bellinzona mette a disposizione dei propri cittadini», spiega Laffranchini. Proprio per questo, un'apertura prolungata non sarebbe sostenibile. Tesi questa supportata con cifre e dati statistici: la media degli incassi nel mese di settembre - nel 2017 si è tenuto aperto fino al 24 -, calcolata sugli ultimi sei anni, è di 348 franchi al giorno. A fronte di costi giornalieri di 3'557 franchi. «Non sarebbe responsabile spendere 106’719 franchi al mese (o 26'880 franchi a settimana) per dare accesso a pochissimi utenti, di cui la maggior parte abbonati», sottolinea Laffranchini.
Non ci sono solo i Bagni - Evidentemente un ente pubblico non deve interessarsi solo ai numeri nudi e crudi, ma deve avere pure una responsabilità sociale. Motivo per il quale la decisione di non prolungare l’apertura del Bagno Pubblico va contestualizzata con tutte le infrastrutture sportive presenti sul territorio della capitale e gestite da Bellinzona Sport - ventidue campi di calcio, una pista di atletica, due piste di ghiaccio, un centro tennistico, una dozzina di palestre, una piscina coperta e, appunto, il Bagno pubblico -, e proporzionata a chi ne usufruisce: gli utenti (circa 7'700) e le società sportive (oltre 60).
La meteo non può essere un criterio - Un bacino di utenti che si moltiplica durante la stagione estiva, con l’apertura del Bagno pubblico, ma che con l'inizio delle scuole torna a scemare: «Ad oggi, in settembre a calcare l’erba delle piscine sono ormai pochi intimi. Troppo pochi per poter tenere aperti in contemporanea Bagno pubblico e piscina coperta. Ci stiamo comunque impegnando per cercare di rendere più attrattive le infrastrutture sportive della Città di Bellinzona, compreso il Bagno pubblico», conclude Laffranchini. Insomma, una chiusura basata unicamente sulla meteo - le cui previsioni spesso hanno una precisione solamente di qualche giorno - non può entrare in considerazione.