Alle lamentele di alcuni familiari, che segnalano incongruenze nelle nuove normative, risponde il direttore di LIS.
Paolo Pezzoli: «Siamo consci della situazione, ma non vogliamo che gli anziani restino soli. L'isolamento è stato per loro la parte più critica della pandemia»
LUGANO - Se non hai il Certificato Covid, non puoi accedere alle case anziani. Tuttavia puoi prelevare il parente e portarlo a fare una passeggiata. «O addirittura in vacanza», segnala un lettore che lamenta quella che ritiene una palese incongruenza.
La segnalazione - Il caso specifico riguarda una residenza del Luganese. «Non possiamo accedere nemmeno al giardino della struttura - lamenta il lettore -. Però abbiamo potuto portare il nostro familiare in vacanza in Italia. Al ritorno è stato libero di mangiare con gli altri ospiti anziani. Il tampone? Solo dopo tre giorni».
«Zone grigie» - «Ci sono delle zone "grigie", ma non solo da noi. Lo vediamo anche andando al ristorante», commenta Paolo Pezzoli, direttore di Lugano Istituti Sociali (LIS). «Possiamo accedere solo col Certificato, ma poi i camerieri, magari, non sono nemmeno vaccinati».
Pezzoli è consapevole che la situazione non sia semplice: «Ma proprio per evitare di isolare un'altra volta l’anziano, si è optato per questa soluzione, che peraltro è una direttiva precisa del Medico cantonale. Noi la stiamo semplicemente applicando».
«Voleva entrare senza Certificato e senza mascherina» - Sul tampone, poi, la precisazione: «Nel caso specifico, al suo rientro abbiamo subito eseguito un test rapido, e dopo tre giorni il PCR. Il tempo necessario perché potesse essere attendibile». Il Direttore di LIS non nasconde una certa delusione: «È un peccato che queste persone se la debbano prendere con degli istituti che devono sottostare a regole rigide e stanno affrontando difficoltà considerevoli. Si pensi solo a cosa è significato dover reagire al focolaio registrato a casa Serena. Per noi è stato come tornare indietro di un anno e mezzo». «Per fortuna - prosegue - di segnalazioni come queste ne arrivano pochissime. Vuole dire che su 600 anziani ospitati, la grandissima parte capisce la situazione. Ci sono però casi limite, in uno di questi il visitatore voleva persino entrare senza certificato e senza mascherina. Non sono un talebano del vaccino, ma ci vuole un minimo di buon senso. Non si può pretendere di entrare senza certificato nel nostro sedime quando lo si deve mostrare anche solo per andare a bersi un caffè».
Casa Serena: «Situazione normalizzata» - Pezzoli rievoca i mesi più duri della pandemia: «Il problema numero uno è stato quello dell’isolamento. Abbiamo sempre cercato di adottare misure minime proprio perché ci siamo resi conto che era l’aspetto più devastante del Covid». Proprio su casa Serena giungono rassicurazioni: «Son passate due settimane, la situazione si è normalizzata, ma è stata dura».
«Qualcuno non è stato bene nonostante il vaccino» - Sulla diversa reazione tra vaccinati e non, Pezzoli conclude: «Il vaccino fa in modo che i sintomi non siano così rilevanti. Abbiamo avuto una vittima, ma non causata dal Covid. Era un ospite positivo, ma è deceduto per altre cause. Abbiamo avuto anche del personale che non è stato benissimo nonostante le due dosi ricevute. Lì fa fede la risposta immunitaria in seguito al vaccino, che non è uguale per tutti e si può controllare solo con un test sierologico».