La pandemia ha acutizzato le dipendenze da alcol, che possono sfociare in gravi problemi di salute.
«Recentemente abbiamo avuto una paziente di meno di 30 anni che ha dovuto subire un trapianto», spiega il primario di Gastroenterologia ed Epatologia Andrea De Gottardi. A preoccupare maggiormente l'esperto è però l'incidenza della malattia da fegato grasso.
LUGANO - Benché negli ultimi decenni si sia assistito a un graduale calo del consumo di alcol in Svizzera - 30 anni fa il consumo pro capite era leggermente superiore agli 11 litri, nel 2019 era inferiore agli 8 litri -, la pandemia ha acutizzato le dipendenze da questa, ma pure da altre, sostanze. È infatti emersa una tendenza a consumare maggiormente farmaci e droghe, ma anche a rifugiarsi nel più accessibile, e spesso più a buon mercato, alcol. Consumi che possono sfociare in abusi. Abusi che talvolta comportano seri problemi di salute.
All'Inselspital di Berna sono infatti notevolmente aumentatati i ricoveri per problemi legati al fegato, tanto che la situazione è stata giudicata allarmante. Un'impressione in parte condivisa anche da Andrea De Gottardi, primario del Servizio di Gastroenterologia ed Epatologia dell'EOC, nonché professore ordinario presso la Facoltà di scienze biomediche dell'USI: «Quasi tutti i pazienti che seguiamo avevano un problema di dipendenza anche prima della pandemia, ma il Covid-19 ha certamente accentuato i fattori di rischio come solitudine e isolamento sociale». Si tratta tuttavia di un andamento da prendere con le pinze. «I casi aumentano essenzialmente perché i pazienti ci consultano di nuovo, dopo il vuoto causato dal Covid-19».
Per quanto riguarda i problemi di epatite alcolica (un'infiammazione del fegato causata da un'eccessiva assunzione di alcol), a preoccupare maggiormente l'esperto è la loro diffusione a una fascia di popolazione sempre più giovane: «Recentemente abbiamo preso in carico una paziente di meno di 30 anni con una malattia epatica molto avanzata dovuta all’alcol. Siccome è riuscita a smettere di bere, ma la funzione del fegato non si è ripresa, è stata trapiantata dopo un’attesa di circa tre mesi», illustra De Gottardi. Ogni anno i ticinesi che subiscono un trapianto di fegato a Ginevra o a Berna sono una decina.
Accanto all’epatite alcolica, si fa inoltre sempre più marcata l’incidenza della malattia da fegato grasso, legata ai problemi di sovrappeso tipici della società moderna. «Da questo punto di vista la situazione è sì allarmante - spiega il primario di Gastroenterologia ed Epatologia dell'EOC - visto che la maggior parte dei pazienti che vengono messi in lista d’attesa per un trapianto presenta una malattia di questo tipo. La quale può comunque avere anche una componente alcolica».