La carenza di materie prime preoccupa i negozianti. Federcommercio: «Situazione da non sottovalutare»
LUGANO - Sotto l'albero di Natale i ticinesi potrebbero trovarsi una nuova crisi. Non pandemica, questa volta. Nemmeno economica, in senso stretto. Ma le difficoltà di approvvigionamento segnalate da 4 aziende su 5 in Svizzera rischiano di tradursi in prezzi più alti.
Un altro regalo del Covid, indirettamente. Il blocco dei mercati durante il lockdown ha generato un boom di domanda arretrata che i fornitori - un po' in tutti i settori - faticano a soddisfare. La crisi globale ha delle ripercussioni anche in Ticino, ha segnalato ieri il presidente della Camera di Commercio Luca Albertoni. «Molte aziende rischiano di chiudere, se la situazione non rientra in tempi brevi».
Più nell'immediato, i negozianti fanno i conti in vista dello shopping natalizio. A due mesi dalle Feste, il rischio di non poter esaudire le richieste dei clienti è reale, spiega la presidente di Federcommercio Lorenza Sommaruga. «Mi auguro che tutti abbiano provveduto con un largo anticipo a rifornirsi, per affrontare una stagione così cruciale».
Il periodo natalizio «è quello che permette di far quadrare i bilanci» e dopo due Natali oscurati dal Covid, la nuova minaccia «non è certo da sottovalutare anche se non deve spaventarci troppo». Dopo una breve ricerca tra i negozianti del Mendrisiotto, del Luganese e del Bellinzonese «emerge che effettivamente ci sono dei ritardi nella fornitura per quanto riguarda tessile e abbigliamento, ma anche gioielleria e articoli da regalo» osserva Sommaruga.
«Per quanto mi riguarda, ad esempio, ho avuto un ritardo di due-tre mesi nelle forniture di cristalli» spiega la portavoce dei commercianti, titolare di una gioielleria in centro a Lugano. Per quanto riguarda i prezzi «l'impressione è che, almeno per quest'anno, i negozianti tenderanno a ridurre piuttosto i margini per non alzare i prezzi alla clientela in un momento così delicato». In futuro si vedrà. «Alcuni fornitori hanno già ritoccato al rialzo i prezzi per l'anno prossimo - conclude Sommaruga -. Se la crisi si protrarrà a lungo non è da escludere che anche i consumatori dovranno pagare di più».