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CANTONELa fuga dal nido di mamma può costare il sussidio di cassa malati

08.11.21 - 08:00
La storia di Daniele che ha fatto scena muta alla domanda: «Quanto guadagna la sua ragazza?»
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La fuga dal nido di mamma può costare il sussidio di cassa malati
La storia di Daniele che ha fatto scena muta alla domanda: «Quanto guadagna la sua ragazza?»
L'ex beneficiario: «Non mi faccio mantenere dalla mia compagna». Ma il capo dell'Ufficio prestazioni puntualizza: «Non è arbitrario determinare il diritto al sussidio considerando anche i redditi del partner convivente. Anche se il diritto civile non impone loro di mantenersi reciprocamente»

BELLINZONA - I più liberali diranno che è il prezzo dell’indipendenza, altri obietteranno che così non si aiutano i giovani a lasciare il nido familiare. Fatto sta che a Daniele (nome di fantasia di un giovane che va per i 30) la scelta di non vivere più con la madre è costata la rinuncia al sussidio di cassa malati. Una sua decisione certo. Dovuta al fatto che non ha voluto comunicare al Servizio sussidi il reddito della sua compagna.

Nel 2020 Daniele era uno dei 106'725 beneficiari del sussidio per l’assicurazione malattia ordinaria, Laps e PC che quell’anno ha erogato aiuti per un totale di 307,74 milioni di franchi. A fronte di premi in continua ascesa o timida frenata anche i sussidi negli ultimi 5 anni sono cresciuti. Nel 2016 l’importo complessivo versato agli 107'774 beneficiari era di 264,98 milioni.

«Quanto guadagna la sua ragazza?». Questo il tenore della domanda che negli scorsi mesi Daniele si è visto rivolgere al telefono da un funzionario del Servizio sussidi. «Sembrava uno del fisco. Ma poi il mio reddito non è cambiato e io - gli ho risposto - non mi faccio mantenere dalla mia compagna» racconta il giovane. Diretta conseguenza del suo rifiuto è stato il taglio drastico dell’aiuto statale, passato da quasi 400 franchi (in pratica la totalità del premio mensile) a una ventina di franchi. «Non ho impugnato la decisione perché mi è sembrata una battaglia persa - afferma Daniele -. Visto il misero importo, pari a una pizza, ho anzi rifiutato l’aiuto».

Si è trattato di un arbitrio? A chiarire le regole del diritto al sussidio ai premi dell’assicurazione malattia è lo stesso capo dell’Ufficio delle prestazioni dello IAS: «Tale diritto - spiega Pierluigi Zuccolotto - è stabilito considerando i componenti dell’economia domestica; il concetto previsto dalla legge è quello di unità di riferimento (UR), che determina quindi la cerchia delle persone i cui redditi e le cui spese (ritenuti come tali dalla legge) vanno sommati per il calcolo di questa prestazione. Se la convivenza tra due persone è ritenuta stabile, le stesse sono considerate come componenti della medesima UR. La convivenza è considerata stabile se vi sono figli in comune, oppure se essa procura gli stessi vantaggi di un matrimonio o, ancora, se dura da almeno 6 mesi. Basta quindi il realizzarsi di una sola di queste condizioni per ammettere una stabilità nella convivenza e concludere, in pratica, all’esistenza di un concubinato». 

Laddove è ammessa una convivenza stabile, va al punto della questione Zuccolotto, «è giustificato e non arbitrario determinare il diritto al sussidio dell'assicurazione malattia considerando non solo i redditi e le spese del richiedente, ma anche quelli del suo partner convivente. E ciò anche se il diritto civile non impone ai conviventi di mantenersi reciprocamente, ritenuto che il fatto di vivere insieme attesta una disponibilità a sostenersi a vicenda dal punto di vista anche economico, a prestarsi assistenza e sostegno reciproci».

Quanto agli accertamenti telefonici sull'eventuale stato di coabitazione, il capoufficio spiega che «nei casi in cui viene rilevata una possibile convivenza non segnalata da parte del richiedente il sussidio per l'assicurazione malattie, il Servizio sussidi contatta lo stesso per accertare la situazione. Il contatto telefonico facilita la consulenza sull'argomento e velocizza l'acquisizione delle informazioni necessarie all'evasione della richiesta. Lo stesso può intervenire per posta elettronica o per posta cartacea, ma in questi casi l'accertamento non è così rapido come per telefono». Rapido come una pizza, che a Daniele è risultata però indigesta.

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COMMENTI
 

Moro 3 anni fa su tio
A tutti, vaccinati, guariti, testati e non vaccinati, ci riguarda tutti! Non importa quale sia lo status dell'individuo. Coloro che a novembre diranno "sì" alla legge Covid in Svizzera forse non hanno capito qual è la vera posta in gioco! Penso che la maggior parte di essi non siano consapevoli e non sappiano davvero a cosa dovrebbero dire di sì. Si fidano ciecamente delle dichiarazioni di "20 Minuten" e "SRF" che sono veicolate dal governo. Quindi qual è la cosa fondamentale di questa legge a cui dovete pensare prima di votare. *- Secondo l'articolo 1, il Consiglio federale può prendere decisioni in casi urgenti fino alla fine del 2031 senza informare i parlamenti*. *- Secondo l'art. 9, il Consiglio federale può intervenire nella legislazione in materia di esecuzione e fallimento e quindi limitare i diritti di proprietà*. *- Il Consiglio federale può decidere arbitrariamente e da solo sulle restrizioni della vita economica e sociale fino alla FINE del 2031*. *- La discriminazione e la sorveglianza di massa sono sancite dall'art. 3. La ricerca di contatti, le soglie, il programma di vaccinazione, gli ordini di quarantena, i test sono legalmente ordinati dal Consiglio federale*. *- L'introduzione del certificato Covid nell'art. 6a permette la restrizione e la sorveglianza dei cittadini su base permanente. Tutto questo non può essere approvato, nessuno può approvare che i nostri diritti fondamentali vengano tolti agli svizzeri in questo modo? E questo non ha niente a che vedere con il fatto che uno sia un sostenitore della vaccinazione, un oppositore della vaccinazione, un sostenitore di Corona o un critico. Si tratta di limitazioni palesi dei nostri diritti fondamentali che ci faranno perdere la nostra libertà in futuro. Qualsiasi cosa che non sia un *NO* a questa legge permetterà alla nostra tanto decantata democrazia di vacillare! La libertà è un valore grande e comporta delle responsabilità. Alziamo la testa, guardiamo il cielo e votiamo NO alle pastoie che ci vogliono imporre per il nostro bene. Un grande grazie a tutti voi.

Giuggiola83 3 anni fa su tio
se io vivo con un coinquilino che non conosco, ma unicamente per dividerci l'appartamento conta? purtroppo ritengo che per molte pratiche, come questa, si agisca troppo con i paraocchi... senza magari guardare il singolo specifico caso. poi domandiamoci come mai fatta la legge fatto l'inganno. inoltre ci sono tante persone che si beccano il sussidio o simili senza meritarselo minimamente.....

Moro 3 anni fa su tio
Viviamo in un Cantone di m…. Aiutiamo cani e porci, regaliamo borse di studio a cani e porci! Ma chi ha davvero bisogno zero… scandaloso

Polifemo 3 anni fa su tio
Fiscalmente vengono trattati come single… viene usata un’aliquota superiore, ma i redditi non vengono sommati. Ed ha un senso logico, penso… Mi sa tanto di pastoia burocratica di funzionariato nostrano…

Wunder-Baum 3 anni fa su tio
auguri

vulpus 3 anni fa su tio
Sembra un pò una cosa campata in aria: prima abitava in famiglia e aveva diritto.Ora vive fuori di famiglia e qualcun d'altro deve provvedere al taglio del sussidio. Ma se poi litiga con la ragazza,cosa succede? E poi la ragazza avrà le sue spese , i suoi impegni. non stà in piedi questa cosa.

Boma 3 anni fa su tio
Risposta a vulpus
Sono molte le cose che non stanno in piedi, sono disoccupato e ho terminato il periodo quadro, la mia pensione non basta nemmeno a pagare i premi (vivo grazie ai risparmi) e non ho diritto al sussidio perché vivo in casa propria.

Polifemo 3 anni fa su tio
Risposta a Boma
Mi spiace per la sua situazione, tuttavia il ragionamento applicato nel trattare il suo caso ha un senso logico oggettivo… Ha un bene immobile che potrebbe realizzare per avere la liquidità necessaria a far fronte ai premi CM.

lollo68 3 anni fa su tio
Risposta a Polifemo
Vorrei sottolineare il fatto che una casa propria costa meno che pagare un affitto. Dovrebbe quindi vendere l'immobile per pagare un affitto che magari non si può permettere? Io dovrei pagare almeno il triplo per avere quello che ho ora! Il problema è che il valore locativo che non si incassa viene considerato nel calcolo. I mattoni non sono commestibili!
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