Un tampone antigenico negativo non dà la certezza assoluta che il virus non sia presente.
Il portavoce dei farmacisti Federico Tamò: «Dobbiamo sempre ricordarci che siamo ancora in una pandemia. Il messaggio fondamentale che deve passare è che chi ha sintomi deve restare a casa e fare un test PCR».
BELLINZONA - Chi ha sintomi compatibili con un'infezione da Covid-19 - vaccinato o meno - deve rimanere a casa e fare un tampone PCR. Un test rapido negativo, da solo, non basta infatti per avere la certezza assoluta di non essersi contagiato. Con queste parole il portavoce dei farmacisti Federico Tamò fa un po' di chiarezza su una tematica che, con l'avvento della stagione fredda - territorio ideale per la trasmissione di virus e malattie - diventa quanto mai importante. «Dobbiamo sempre ricordarci - sottolinea Tamò - che siamo ancora in una pandemia».
Aumentano i casi - I numeri delle infezioni da Sars-Cov2 - benché una buona parte della popolazione sia vaccinata - stanno infatti aumentando in tutta l'Europa. Con la Svizzera (ieri quasi seimila casi) e il Ticino (96 contagi nelle ultime ventiquattro ore, non si registravano da aprile), che purtroppo non fanno eccezione. Ora come non mai è quindi fondamentale mantenere sia le regole d'igiene e distanziamento imparate nel corso della pandemia, sia testarsi in caso di sintomi. Ed è proprio attorno ai tamponi che negli ultimi tempi era nata un po' di confusione.
Solo PCR con sintomi - Le disposizioni federali, infatti, non raccomandano l'uso di autotest o semplici test rapidi per chi presenta sintomi compatibili con un'infezione da Sars-Cov2 (vedi box). «Da sempre chi ha dei sintomi - ricorda Tamò - deve obbligatoriamente effettuare un test PCR (anch'esso gratuito) e isolarsi in attesa del risultato».
L'antigenico non basta - Il test rapido quindi non è mai indicato (e non andrebbe mai effettuato) alla presenza di sintomi. Un fatto, questo, dovuto alla minor precisione del test antigenici e alle cariche virali inferiori che presentano i vaccinati che seppur con una probabilità più bassa possono ancora infettarsi e infettare. Insomma per chi è vaccinato e presenta sintomi, un test rapido negativo non rappresenta un liberi tutti in quanto questo risultato dovrebbe comunque essere confermato da un test PCR.
«Siamo ancora in pandemia» - Una procedura, questa, che era già stata diramata a inizio anno dall'Ufficio del medico cantonale, ma che non è però conosciuta (e quindi rispettata) da tutti. «Chi ha sintomi deve restare a casa e non andare al lavoro, al ristorante o alla partita», ricorda nuovamente il portavoce dei farmacisti ticinesi. «Soprattutto ora che con il freddo è più difficoltoso ventilare i locali. È vero che i vaccinati contraggono e trasmettono meno il virus, ma la protezione totale non c'è. Dobbiamo sempre ricordarci che siamo ancora in una pandemia. È fondamentale - conclude - che questo messaggio passi, perché se no ci troveremo di nuovo ai piedi della scala».
Nelle farmacie sono disponibili i test rapidi a pagamento che nel contempo danno l'accesso al certificato Covid-19 per chi non ha sintomi e i test PCR per chi invece ne presenta.
I sintomi per cui è meglio effettuare un PCR (fonte UFSP)
- Sintomi di una malattia acuta delle vie respiratorie (p. es. tosse, mal di gola, affanno, dolore toracico)
- febbre senza altra eziologia;
- improvvisa perdita dell’olfatto e/o del gusto;
- confusione acuta o deterioramento delle condizioni in una persona anziana senza altra eziologia.
- Altri sintomi aspecifici o meno frequenti sono: dolori muscolari, mal di testa, debolezza generale, raffreddore, sintomi gastrointestinali (p. es. nausea, vomito, diarrea, dolori addominali), eruzioni cutanee (p. es. pseudogeloni, esantema orticarico, vescicolare o morbilliforme).