Sui trasporti pubblici l'obbligo è in vigore dal maggio 2020. Ma non manca chi non lo rispetta (più)
LUGANO - In oltre un anno e mezzo è diventato un gesto spontaneo: per salire a bordo di treni o bus ci mettiamo la mascherina. Un'abitudine ormai consolidata. Ma apparentemente non per tutti. Sono infatti diversi i lettori che ci segnalano, in particolare ora che la situazione epidemiologica sta peggiorando, passeggeri che ignorano l'obbligo di mascherina sui trasporti pubblici.
«Tutti i giorni sull'autopostale e sul treno Tilo vedo giovani sotto i vent'anni con la mascherina abbassata sulla bocca o sul mento. E nessuno interviene». Altri ci segnalano situazioni analoghe a Lugano, sui bus dei Trasporti pubblici luganesi (TPL). Anche in questo caso si parla di gruppetti di adolescenti, di solito seduti nei posti situati in fondo al mezzo pubblico.
In generale, «sulle linee di quartiere e urbane non si constata un abbassamento della guardia, l'utente indossa la mascherina come da obbligo in vigore. Un obbligo che viene anche regolarmente ricordato attraverso l'impianto audio dei mezzi» ci dice Roberto Ferroni, direttore TPL. Ma ammette che «situazioni con ragazzi seduti nella parte posteriore del bus senza mascherina possono comunque essere plausibili».
In funicolare... senza mascherina - A Lugano si riscontra tuttavia un problema sulla funicolare che collega il centro cittadino alla stazione ferroviaria: «Sabato e domenica mattina, quando l'impianto entra in servizio, constatiamo più facilmente la presenza di giovani che escono dalle discoteche e salgono a bordo senza indossare la mascherina» afferma Ferroni, spiegando che il personale rende attenti sull'obbligo. «Ma l'attitudine provocatoria è palese da parte di alcuni utenti che non reagiscono a tale invito».
Prevale la disciplina - La disciplina sembra comunque prevalere. Anche a bordo dei mezzi di altre aziende di trasporto pubblico, come ci conferma per esempio il Servizio stampa di Autopostale: «In linea di principio, notiamo che il provvedimento è ancora ben rispettato. Purtroppo ci sono anche individui che non seguono le regole». Le Ferrovie autolinee regionali ticinesi (FART) non riscontrano invece particolari problemi: «La nostra utenza è disciplinata» ci fa sapere la portavoce Monica Brancato.
Situazioni tese - L'obbligo, come detto, è scattato oltre un anno e mezzo fa. Per la precisione l'11 maggio del 2020. Da allora, in generale non sono comunque mancate alcune situazioni tese, «anche fra gli utenti stessi» ci dice ancora Ferroni. «Il personale conducente si limita al richiamo verbale, focalizzandosi poi sulla guida del veicolo». Anche Autopostale parla di «discussioni occasionali tra i passeggeri e il nostro personale». Ma non risultano aggressioni fisiche.
I controlli spettano alla polizia - Fatto sta che non spetta al personale conducente effettuare i controlli, che può comunque segnalare le persone che non indossano la mascherina e vietare loro di continuare il viaggio, ci spiegano ancora da Autopostale. L'applicazione dell'obbligo - aggiunge Brancato - è responsabilità della polizia: «In casi giudiziari, ci sono state anche pesanti multe contro persone che si sono rifiutate di indossare la mascherina sui trasporti pubblici».
Le multe per disposizioni Covid - Il compito di effettuare i controlli su bus e linee ferroviarie è delegato alle polizie comunali e alla polizia dei trasporti. La polizia cantonale ci fornisce invece una statistica relativa alle sanzioni per il mancato rispetto delle varie disposizioni Covid, quindi non solo l'obbligo di mascherina sui trasporti pubblici. Le multe disciplinari comminate dalla polizia cantonale e da quelle comunali sono state 675 nel 2020 e 242 nel 2021. «La variazione tra i dati relativi i due anni è in particolare da ricondurre al fatto che nel 2020 il periodo con vincolanti disposizioni legate alla pandemia è stato sensibilmente più lungo di quest'anno» conclude la polizia cantonale.